Zelensky, Berlusconi e il partito degli “spaventati”

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In Italia c'è chi sta con Zelesky ma con un occhio benevolo a Putin

di Gian Franco Bottini

Solo qualche giorno fa esprimemmo proprio su Malpensa24 la preoccupazione che uno Zelensky, in piena trance agonistica, non avesse la lucidità per comprendere che accordo di pace significa mediazione e che mediazione significa anche qualche rinuncia. Da questo punto di vista abbiamo quindi considerato una “buona notizia” quella del suo ordine, o autorizzazione, ai militari ucraini asserragliati a Mariupol, di deporre le armi, onde evitare un inutile anche se “eroico” massacro. Una decisione di buon senso che fa salva, naturalmente, la preoccupazione e il dubbio sulla conoscenza da parte russa del concetto di “onore delle armi!”

Questa nostra interpretazione di un singolo episodio non intacca minimamente, anzi rafforza, tutte le valutazioni precedentemente fatte sulle responsabilità e sul dovere di aiutare un aggredito, nella difesa della libertà e dell’universale diritto di un Paese di decidere la propria storia. Nelle stesse ore nel “salotto di regia” della politica italiana, Porta a Porta, un sondaggio rivelava il lievitare del numero di italiani sempre più tiepidi verso il nostro sostegno in una guerra che, diciamocela chiara, l’Ucraina sta facendo anche per nostro conto e per la difesa dei nostri valori. Nessuno è così cieco da non comprendere che, come in ogni guerra, anche in questa sullo sfondo si agitano interessi economici nazionali o addirittura particolari; nessuno però può negare che, di base, si stiano scontrando due concezioni del governo dei popoli, storicamente fra loro contrastanti.

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Gian Franco Bottini

Guarda caso, questo crescente sentimento “astensionista” viene individuato nell’area dei cosiddetti “moderati” che, in questo caso e per una parte di loro, meglio sarebbe definire degli “spaventati” . Artatamente essi vengono tacciati di simpatie “putiniane”, in realtà, nella maggior parte, essi sono unicamente pilotati dalla paura di un più diretto coinvolgimento nel conflitto e dal più facile desiderio di recuperare rapidamente la serenità, affidando alla Provvidenza le conseguenze a venire. “Ma si; accontentatelo (lo zar!) così la smette!” è il sunto del semplicistico ragionamento del marciapiede.

Un ragionamento, purtroppo, fatto proprio da chi di quell’area dei “moderati” fu, nel passato, il maggior esponente : Silvio Berlusconi, il presidente, oramai visibilmente “emerito”, di Forza Italia. Con tutto l’affetto e il rispetto, politico, che alla persona riserviamo, non possiamo negare che Berlusconi è ancora oggi un riferimento per una buona parte di quell’area “spaventata” della quale parlavamo, così come non si può negare che l’Uomo pare aver perso quella lucidità che ai tempi lo fece leader di una gran massa di Italiani. Le sue affermazioni, seppur espresse probabilmente anche per lui in trance agonistica e su un marciapiede napoletano, non hanno il medesimo significato delle stesse parole dette da un Colombo qualsiasi su un marciapiede di Busto Arsizio ; esse rimbalzano immediatamente nell’ambito del suo partito (che conta ministri nel Governo), sui media nazionali ed europei, dando una pericolosa e sospettabile immagine dei sentimenti nel nostro Paese. I suoi soliti chiarimenti e rettifiche successivi, sono serviti solo a certificare una sua debolezza nel ruolo, una spaccatura interna al suo partito e una poca trasparenza su quello che saranno i futuri comportamenti.

“Xe pèso il tacon del buso”; detta in lingua italiana “peggio il rattoppo dello strappo”! Non possiamo però dimenticare che, in più di una occasione del passato, l’Uomo ha dimostrato un grande equilibrio e una capacità di andare oltre gli interessi del suo partito per appoggiare soluzioni che facessero uscire il Paese da pericolosi “cul de sac”. Appare quindi strano questo comportamento, tipicamente salviniano, di ondeggiare sui sondaggi, a meno che questa sia solo un nostra impressione e sia invece venuto a galla un suo reale, ma ben più discutibile, attaccamento alla linea e alla persona dello Zar. Fa un certo effetto vedere , sulla stampa straniera, che il Cavaliere viene affiancato a Salvini fra i presunti “putiniani”; lui che, nella sua storia politica, ha sempre sostenuto quei valori che in questa guerra vengono da parte russa bellamente calpestati.

Strano anche questo ventilato legame di Salvini con Berlusconi, che potrebbero avere motivazioni completamente differenti pur nella sintonia sulle loro presunte simpatie putiniane. Strano ma giustificato, se si desse ascolto alle solite “gole profonde” che suggeriscono , sempre in maniera ipotetica, di “seguire l’odore dei soldi” per trovare un filo comune. Noi, sinceramente, preferiamo però credere che il filo comune stia solo nella meschinità politica di far prevalere i sondaggi elettorali sui problemi nazionali!

bottini zelensky berlusconi – MALPENSA24