Fase 2, treni semivuoti ma il distanziamento è affidato al buonsenso

comitato rhoparabiago governo fondi

SESTO CALENDE – Il trasporto pubblico alla prova della Fase 2. Sotto osservazione i treni pendolari, in particolare sulle linee maggiormente prese d’assalto, come la Domodossola-Milano. Nel primo giorno dopo il lockdown sono ancora pochi i lavoratori a servirsi dei mezzi pubblici per raggiungere Milano. Ma il distanziamento sociale è comunque difficile da mantenere, affidato esclusivamente al buonsenso delle persone.

Il treno dei pendolari

Nel periodo pre-Covid sono oltre 100 le persone che al mattino attendono alla stazione di Sesto Calende il regionale 2145 che arriva a Milano Centrale alle 8.35. Trovare un posto a sedere, ancora prima di fermare a Gallarate, è solitamente un’impresa. Questa mattina, 4 maggio, lo scenario era totalmente differente. Ad attendere sulla banchina c’erano soltanto 11 persone e il treno è arrivato praticamente vuoto. Non ci sono ancora gli studenti universitari, alcune aziende non hanno ancora riaperto, tantissimi restano per ora in smart working e, chi può, raggiunge Milano con il mezzo privato.

Fase due treni pendolari

Segnaletica assente

Con così poche persone, il trasporto pubblico al momento sembra reggere. Il distanziamento sociale resta però il grande problema, anche perché è affidato esclusivamente al buonsenso delle persone. Sulla banchina di Sesto Calende (che non è proprio una stazione secondaria) manca la segnaletica, esattamente come sul 2145, dove tutti i sedili sono teoricamente occupabili perché mancano i cartelli che inibiscono la seduta per mantenere il metro di distanza da una persona all’altra. A regolare la salita c’è esclusivamente il capotreno che diligentemente scende a controllare. Ma da solo è evidente che possa fare poco, o nulla, per evitare assembramenti. Che, a queste condizioni, non appena l’afflusso comincerà ad aumentare, diventeranno inevitabili.

Fase due treni pendolari – MALPENSA24