Busto, Del Fabro: «La mia english school messa in ginocchio dalla crisi Covid»

busto scuola inglese covid

BUSTO ARSIZIO – «Io non voglio aiuti dallo Stato. Io voglio che mi faccia lavorare». Questa la denuncia di Leila Del Fabro, direttrice della scuola di inglese BA Language link. «Non mi hanno permesso di riaprire e quindi la perdita economica che ho subito è stata una vera bastonata per una piccola realtà come la nostra che non può contare sulla fama del brand o sul franchising». Lo sostiene Del Fabro, che a una settimana dalla riapertura della sua attività teme il peggio.

Dimenticati dalle istituzioni

La scuola di inglese in via Candiani ha potuto ricominciare con i corsi solo lunedì 31 agosto, ma i mesi di chiusura hanno messo in seria difficoltà la stabilità economica del progetto. «Abbiamo chiuso come tutte le altre scuole e quest’estate abbiamo potuto fare solo un piccolo campo estivo», spiega l’insegnante di inglese.

Del Fabro da maggio sta combattendo una battaglia contro le varie istituzioni che hanno competenza nel decidere aperture e misure di contenimento del Covid: «La mia rabbia è vedere che hanno autorizzato alla ripresa delle attività in presenza scuole guida, scuole di ballo, perfino le scuole di vela, ma per una realtà come la mia il via libera è arrivato solo qualche giorno fa. Eppure da tempo ho dimostrato di poter rispettare alla virgola tutta la normativa prevista per la protezione dal contagio».

La “bastonata” del lockdown

La didattica a distanza è stata subito attivata dalla BA language link, ma non è bastata per “riempire” le aule. Seppur sicure poiché virtuali. Sono, infatti calate in maniera drastica le iscrizioni. «Questo posto è una casa, sempre piena di studenti, con i quali creiamo una relazione autentica. Il progetto è frutto della grande passione e gli strumenti telematici, assai utili, penalizzano il rapporto umano che si crea dal contatto diretto tra insegnante e alunni», spiega la responsabile. Che adesso non osa nemmeno fare i conti delle perdite subite. «Se ci penso mi deprimo», dice.

Ma non mi arrendo

La scuola ha aperto i battenti nel settembre 2016 e da tre anni a questa parte è sempre cresciuta. Arrivando ad avere 5 insegnanti qualificate che preparano alle certificazioni Cambridge, esami e scambi linguistici. Ma ora il futuro è quanto più incerto. «Io sono sempre stata ottimista e cercherò di ripartire sia online, sia in presenza, perché abbiamo adottato tutte le misure di sicurezza. Ma ciò che mi preoccupa è la paura costante delle persone. Dobbiamo ricominciare a vivere, oppure per noi sarà la fine».

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