A Gorla Maggiore riapre il centro anziani Albé. «Un grande sforzo, ma resistiamo»

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GORLA MAGGIORE – Dopo 7 mesi di chiusura, tante difficoltà, rabbia e sforzi importanti, il centro diurno integrato Paolo Albé di Gorla Maggiore riapre finalmente le sue porte agli anziani del paese. «Questo successo è il frutto di un lavoro incessante e a volte anche frustrante, ma siamo stati contenti di averlo fatto per garantire socialità e massima sicurezza ai nostri ospiti», commenta il presidente di Gorla Servizi, Paolo Maria Montani. «Certo, le spese sono aumentate e il futuro è molto incerto, ma per ora navighiamo a vista».

Porte aperte dopo 7 mesi

Il centro diurno resiste. E’ questa la comunicazione fatta dal sindaco di Gorla Maggiore, Pietro Zappamiglio e dal presidente Montani. Che era virtualmente presente al consiglio comunale di ieri sera, giovedì 30 ottobre, per illustrare l’andamento della società Gorla Servizi e del centro diurno in particolare.

Uno dei pochi in zona a essere rimasto aperto, perché, proprio la scorsa settimana, un’ordinanza di Regione Lombardia aveva chiuso tutti i centri legati alle Rsa. «Essendo noi indipendenti e avendo lavorato duramente per rispettare tutti i protocolli sanitari, possiamo rimanere aperti», annuncia Montani. Il centro Paolo Albè, infatti, chiuso dal 12 marzo 2020 ha ricominciato le attività appena due settimane fa, ma sono già 10 gli ospiti accolti.

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Paolo Maria Montani, presidente cda Gorla servizi

I costi schizzano alle stelle

«Segno che questo servizio è essenziale per la comunità e per ridare socialità alle persone anziane, pur mantenendo altissima la guardia». Misurazione della febbre in entrata, gel igienizzanti ovunque, mascherine, visiera, sanificazione su ogni oggetto toccato e tamponi o test sierologici ogni due mesi. Queste sono solo alcune delle misure adottate dalla Gorla servizi a causa dell’epidemia.

«Non vi nascondiamo lo sconforto e la rabbia degli ultimi mesi e il lavoro ininterrotto svolto da tutti per rincorrere le direttive regionali. Un impegno anche economico», ammette il presidente. In effetti, è lo stesso assessore al Bilancio, Renato Grazioli, a mostrare l’andamento finanziario della società. «Nel 2019 ci sono stati molti investimenti e si è registrata una perdita di circa 20 mila euro, ma non è questa a preoccuparci», ammette il vicesindaco, pensando all‘impatto che la crisi da Covid-19 avrà sul centro diurno, rimasto chiuso per 7 mesi.

Verso servizi online e domiciliari

«Rimanere aperti è un grande sforzo – conclude Montani – ma siamo un centro invidiato da molti e continueremo a lavorare e a offrire agli anziani del nostro paese i servizi di cui hanno bisogno». Necessità che sono chiaramente cambiate negli ultimi mesi, ecco perché la società sta anche implementando il servizio di assistenza da remoto, con sessioni di fisioterapia online e si sta anche cercando di fornire servizi domiciliari, «ma per questo abbiamo bisogno di un aiuto economico da Regione Lombardia».

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