Busto, il negozio che cerca letterine di Natale. «I bimbi racconteranno il Covid»

busto arsizio negozio letterine covid

BUSTO ARSIZIO – «Sembrerà un piccolo gesto, ma il mio obiettivo è proprio quello di raccogliere tante letterine. E devono venire direttamente dai bambini. Vorrei che potessero raccontare a parole loro questo Natale 20+20, senza l’aiuto degli adulti». E’ questa l’idea di Sara, nonna e negoziante storica di Busto Arsizio che ha pensato a un progetto speciale per questo Natale: raccogliere le testimonianze dei più piccoli per realizzare un libro che racconti la pandemia «tramite gli occhi innocenti e sinceri dei bimbi».

Il coronavirus in seggiovia sul presepe

Un bambino stringe forte la mano della madre, trascinandola verso la vetrina all’angolo di piazza Vittorio Emanuele di Busto Arsizio. Il negozio è lì da più di 20 anni, ma adesso tutti lo notano. Perché da qualche giorno la titolare ha allestito un enorme, e insolito, presepe. «Non potendo aprire a causa del lockdown non aveva senso allestire una vetrina. Quindi ho voluto raffigurare il tradizionale simbolo del Natale, con un pizzico di fantasia in più», spiega Sara, che nonostante gli 82 anni non ha perso la vitalità e la speranza nelle nuove generazioni.

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A percorrere il presepe è infatti una lunga e moderna seggiovia. Sulla quale siede un ospite ormai fin troppo noto: il coronavirus. «Cosa ci fa lì il virus?», chiede incuriosito il bambino, con il naso incollato alla vetrina. «Ho pensato di far accomodare lì re virus e farlo andare su e giù dalla montagna per settimane, così che alla fine si stancherà, sarà indebolito e con l’aiuto degli scienziati se ne andrà», risponde con disinvoltura la negoziante.

Aaa cercasi letterine

Che invita allora il piccolo a prendere parte all’iniziativa che ha ideato. «Scrivete una semplice letterina, nella quale mi raccontate cosa state vivendo, cosa sperate per il futuro, cosa vi fa paura, oppure fate un disegno e poi imbucatela nella cassetta che trovate fuori dal mio negozio», si legge sulla lettera scritta a mano che Sara ha appeso sulla vetrina.

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«L’idea mi è venuta quando, durante il primo lockdown, la mia nipotina, sapendo che io non sono molto tecnologica, mi ha inviato una lettera. E mi ha fatto capire l’importanza di scrivere le proprie emozioni», racconta la negoziante, che ha già ricevuto numerose letterine, non solo da Busto, ma anche da amicizie e conoscenze in Francia e a New York.

Un libro sul Covid per aiutare qualcuno

Ma non si tratta di un progetto fine a se stesso, destinato a esaurirsi con la fine delle feste, anzi. L’idea della negoziante è lungimirante. «Vorrei realizzare un libro scritto proprio dai bambini. Partendo dalle loro lettere potremo raccontare questa pandemia, concentrandosi proprio sulle emozioni che i più piccoli stanno provando».

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Si chiamerà “Natale rivoluzionario” e l’idea è venuta da una persona speciale. «Ma ancora non posso rivelare chi sia. Sappiate però che la mia idea per il futuro è quella di fare del bene e far sì che questo libro possa contribuire a un cambiamento in città per chi ne ha davvero bisogno», conclude nonna Sara, promettendo poi ai bambini una sorpresa inedita per quando ci si potrà nuovamente incontrare. «Organizzerò uno spettacolo con il mio amico mimo giapponese. Ma da sola non ce la posso fare, ho bisogno dell’aiuto di tanti bambini».

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