Se la giustizia è malata, la democrazia non può godere di buona salute

pellerin palamara sallusti giustizia
Alessandro Sallusti e Luca Palamara, autori del librio"Il sistema"

di Ivanoe Pellerin

Cari amici vicini e lontani, sono sbalordito, esterrefatto, un po’ incredulo. È vero, siamo in un tempo di mezzo con il cambio del governo dopo tanta incertezza politica. È vero, il tempo del Covid non ci lascia mai un momento di requie e il CTS affama le genti della montagna. È vero, anche l’inverno ci regala brividi di gelo e grigio ovunque, quasi ad addormentare gli animi. Ma insomma, a tutto c’è un limite! Trovo davvero molto inquietante che una situazione tanto grave e oscura, come quella denunciata dal libro di Sallusti e Palamara, non provochi, accanto al giusto e doveroso rilievo per il nuovo governo Draghi, grossi titoloni sulle prime pagine dei giornali, editoriali sferzanti e furibondi dei più noti maitre à penser, richieste di conferme e di chiarimenti dai soliti politologi, filosofi e colti di varia misura che abitano dalle nostre parti e che parlano spesso a sproposito di fatti trascurabili.

Il libro “Il sistema”, credo ormai piuttosto noto e diffuso e che per questo non ha bisogno di alcun risalto, è in cima alla graduatoria dei libri più venduti del momento e il dato è stato incredibilmente ignorato per molti giorni dai nostri scrutatori editoriali, dai nostri critici della domenica, dai nostri attenti segnalatori degli inconsueti avvenimenti intorno alla parola scritta. Un fantasma, un’ombra oscura e difficile, un ingombro fastidioso e pericoloso, di certo foriero di problemi assai gravi, al quale si teme di rivolgere un pensiero o uno sguardo. Non potendo più ignorare il fatto, solo domenica 14 febbraio Tutto Libri, l’inserto della Stampa, pone “Il sistema” al primo posto nella classifica dei libri più venduti.

Non so se considerare del tutto casuale che il libro di Sallusti e Palamara sia stato presentato in coincidenza con l’inaugurazione dell’anno giudiziario quando l’anno prima, nella stessa occasione, era esploso proprio il “caso Palamara” che aveva innescato le dimissioni di alcuni membri del Consiglio superiore della magistratura. Né mi pare di poco conto che il governo Conte II sia decaduto appena prima della discussione sul progetto di riforma Bonafede con la terribile proposta dell’abolizione della prescrizione, elemento imprescindibile in tutti i sistemi giudiziari delle moderne democrazie.

pellerin palamara sallusti giustizia
Ivanoe Pellerin

Nell’ottobre 2020 per la prima volta nella storia della magistratura un ex membro del Csm, Luca Palamara, il più giovane presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, veniva radiato dall’ordine giudiziario dopo essere stato accusato di rapporti illeciti con imprenditori e politici e di aver orientato nomine importanti ai posti di rilievo proprio nella struttura delicata del corpo della magistratura. L’esplosione rovinosa di rivelazioni disturbanti l’equilibrio instabile del terzo potere della repubblica rende questo libro un “caso” difficile e inquietante. Di fatto “Il sistema” mostra che il potere della magistratura può intervenire (è intervenuto) in tutte le maglie della nostra vita pubblica e privata, non solo con giusta e doverosa ragione, ma più spesso in modo ambiguo e del tutto arbitrario. I casi raccontati sono tanti e riguardano nomine, promozioni e trasferimenti, molto lontani dalle normali procedure, qualche volta addirittura in modo “malavitoso”. Non dubito che siano supportati da prove inconfutabili ma, proprio per questo, lasciano il lettore incredulo e frastornato di fronte all’ampiezza del “sistema”.

Sono del tutto convinto che la maggior parte dei magistrati esprimano con sacrificio e abnegazione un lavoro straordinariamente oneroso e indispensabile alla nostra società e che la complessa attività della magistratura sia all’insegna del dovere e dell’etica ma i fatti raccontati lasciano, forse proprio per questo, sgomenti e disorientati. Il numero e la qualità delle persone coinvolte sono troppi per pensare ad una qualche “deviazione” isolata e per non pensare ad una qualche protezione “dall’alto”, più volte evocata.

Cari amici vicini e lontani, all’inizio dell’ultima ignobile estate con il Covid, già ricordai la figura di un grande politico del nostro tempo, Francesco Cossiga, che alle soglie degli anni ‘90 affermava: “… che quello della giustizia è il più grave dei problemi del nostro paese, che il problema della giustizia ancor prima che giuridico, tecnico e politico è un problema di ordine culturale e direi addirittura di etica pubblica; è un problema che attiene alla coscienza, al senso di dignità del cittadino, al suo amore per la libertà …”. Nel libro “Discorso sulla giustizia” sono indicati tre caposaldi di una possibile riforma: terzietà del giudice, non obbligatorietà dell’azione penale, giurisdizione disciplinare estratta a sorte. Purtroppo il libro di Palamara e Sallusti è una spiacevole conferma dell’importanza di queste parole.

Poiché mala tempora currunt, mi pare assolutamente necessario che intorno alle circostanze narrate sia al più presto approntata un’apposita Commissione parlamentare con poteri inquirenti e mi auguro che questa nuova situazione politica sia in grado di promuoverla. Per questo fine è indispensabile che il nuovo ministro della Giustizia abbia un forte animo per questo impegno e goda dell’assoluto appoggio del presidente Mattarella. E ancora. Poiché temo che sia improponibile pensare che proprio la magistratura abbia la forza e la possibilità di riformare sé stessa, credo davvero che sia giunto il momento di pensare e di gettare le basi per una seria e rigorosa riforma della stessa, riforma ormai indispensabile per la buona vita di questa nazione. Se in un paese la giustizia è malata, la democrazia non può godere di buona salute.

pellerin palamara sallusti giustizia – MALPENSA24