La crisi energetica spinge i pannelli fotovoltaici: «Tutti li vogliono, e subito». È boom

GALLARATE – Contrastare il caro-bollette? Ora tutti vogliono installare i pannelli fotovoltaici. E gli impiantisti non riescono a stare dietro alle richieste del mercato. È il paradosso emerso nel corso dell’incontro che Confartigianato Imprese Varese ha organizzato nella sua sede di Gallarate per la giornata dell’energia. Artigiani del settore e imprenditori che hanno già compiuto “in tempi non sospetti” la scelta di affidarsi all’energia del sole si sono confrontati con gli esperti per capire quanto il fotovoltaico sia «un’opportunità da sfruttare» di fronte all’esplosione dei costi energetici.

Il boom

«Gli incentivi in questo momento sono inutili – rivela Davide Macchi, presidente nazionale di Confartigianato Impiantisti Elettricisti – il fotovoltaico oggi ha senso di esistere senza incentivi, è un investimento che si ripaga già da sé. Ma ci vogliono non meno di tre mesi per installarlo». Da un lato, dunque, il caro-bollette abbatte i tempi di ammortamento dell’investimento negli impianti di produzione di energia solare, dall’altro però il settore si trova sommerso di richieste. «È un boom – ammette Roberto Gaviglio, impiantista e vicepresidente di Confartigianato Lomellina – tanto da non riuscire a stare dietro nemmeno ai preventivi. La richiesta è altissima e i materiali sono scarsi. Ma li vogliono installare tutti, e subito. Ma per i pannelli ci vogliono un paio di mesi di consegna, per gli inverter si va direttamente al 2023».

L’esperto

D’altra parte, come spiega Davide Chiaroni, direttore del team multidisciplinare Energy&Strategy della School of management del Politecnico di Milano, «il fotovoltaico è una tecnologia matura, i cui unici difetti sono quelli legati alla progettazione e installazione. E oggi, fatto l’investimento, la produzione energetica è garantita per il ciclo di vita dell’impianto ad un costo stimabile per l’intera durata». Fondamentale contro le oscillazioni dei costi energetici: «Oggi occorre passare ad un modello in cui si pagano gli investimenti negli impianti invece di pagare il combustibile». Il fotovoltaico è la soluzione, anche se non proprio “autarchica”: «È vero che i pannelli sono fatti in Cina, ma anche gas e petrolio non li produciamo noi – rimarca il prof. Chiaroni – e l’impatto della generazione distribuita è tre volte superiore alla ricaduta degli impianti centralizzati che producono da fonti fossili».

Le testimonianze

Un aiuto per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di energia che nell’attuale congiuntura diventa essenziale, per il singolo imprenditore ma anche per il sistema Paese. «In otto anni abbiamo ripagato l’investimento – racconta Luca Lavarra, piccolo imprenditore di Montegrino Valtravaglia – e in questo ultimo anno drammatico, il nostro impianto fotovoltaico tra giugno a settembre ha contribuito per il 50-55% al nostro fabbisogno di energia, il 35% in media ogni anno negli ultimi dieci anni». Ma il presidente di Confartigianato Varese Davide Galli non rinuncia a fare l’avvocato del diavolo: «È sicuramente un’opportunità da cogliere. Purtroppo però non credo che le fonti alternative bastino a garantirci la sostenibilità energetica». Realismo, ma anche un appello a chi governa ad intervenire per non lasciare sole le imprese di fronte al caro energia.

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