Di Paola segue Gadda, ma i renziani controllano ancora il Pd di Fagnano

FAGNANO OLONA – «I renziani di Fagnano hanno lasciato il Partito democratico, ma continuano a presidiarlo e controllarlo». E’ questo il commento che gira tra i piddini fagnanesi. Ma anche in quella parte del centrosinistra fuoriuscita e che ha sempre contrastato (politicamente) la piega renziana. Che ora potrebbe anche rientrare in gioco.

L’addio di Di Paola

La nascita di Italia viva e l’addio al Pd della deputata Maria Chiara Gadda non ha creato, al momento, uno smottamento nel circolo locale del partito. Certo i dem perdono una figura storica come quella di Santi Di Paola, il quale, dicono, ha deciso di seguire i passi della deputata fagnanese. Negli ambienti raccontano anche del mancato rinnovo della tessera da parte di un’altra figura storica, quella di Giuseppe Palomba. Che però non ha aderito o manifestato interesse per Italia Viva.

Segretario fermo al suo posto

Resta in sella alla sezione locale dei dem il segretario Massimo Canavesi, anch’egli vicino alla deputata fagnanese. E che aveva destato più di un mal di pancia quando sul suo profilo Facebook ha postato una foto in cui si faceva ritrarre con in mano il cartello della Ztl di via Patrioti, appena rimosso dalla giunta di centrodestra di Più Fagnano. E con tanto di commento esclamativo che sanciva la fine di una scelta presa dall’amministrazione di centrosinistra.

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Sulla permanenza del segretario nel partito sono in molti a pensare che la sua sia una “sosta” tattica. “Al momento giusto, anche Canavesi passerà tra le fila renziane”, commenta più di un insider.

Intanto ci sono esponenti del centrosinistra stanno alla porta per capire come si assesterà definitivamente il partito a livello locale e vedere se si creeranno le condizioni per riallacciare un dialogo politico e rientrare nella “casa” che, una volta uscito Matteo Renzi, torna ad essere un approdo naturale.

Ma renziano o non renziani a parte, il Partito democratico di Fagnano dovrà affrontare anche un’altra questione politica ben più importante. Ovvero come ricucire gli strappi, che si sono aperti in piena amministrazione Simonelli e che hanno di fatto spaccato, se non il partito, certamente l’elettorato. E questo non lo dicono i piddini, ma i numeri usciti dalle urne.

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