A Busto il centrosinistra rimane diviso. Maggioni: «Ma non facciamoci del male»

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Maurizio Maggioni, candidato del PD, e Amanda Ferrario, candidata di M5S-Verdi-ConLei

BUSTO ARSIZIO – Nessuna intesa, il centrosinistra a Busto non trova l’unità: l’incontro online tra i due candidati sindaco Maurizio Maggioni (Pd) e Amanda Ferrario (M5S-Verdi-ConLei) e le forze politiche che li sostengono o li hanno sostenuti (come Sinistra Italiana) non porta ad una ricomposizione del fronte che proverà a scalfire il dominio incontrastato del centrodestra che governa da 28 anni a Palazzo Gilardoni. «Se il Pd vuole avere la prima e l’ultima parola, non è un dialogo ma un monologo» fa notare Ferrario. «Pd e 5 Stelle sono forze politiche con riferimenti e storie diverse, se si rompe il tavolo le difficoltà si moltiplicano» rimarca Maggioni. «Ma non facciamoci del male».

L’appello all’unità

Il tentativo, promosso dai promotori della petizione “Appello per una coalizione elettorale PD-5S-SI-Verdi a Busto Arsizio“, che ha già toccato quasi 150 firme, si è svolto in streaming online ieri sera, 6 aprile. Ma si è concluso con un nulla di fatto. Incolmabili le distanze tra i Dem, che hanno rivendicato la propria «centralità» rispetto ad una coalizione di centrosinistra, imputando nuovamente al M5S la fuga in avanti sulla candidatura Ferrario, e la coalizione a sostegno della preside, che ha invocato un’impostazione meno legata alle logiche di partito. I promotori hanno chiesto nuovi incontri, ma a questo punto il sipario sull’unità del centrosinistra è definitivamente calato.

Qui Amanda Ferrario

«Condivisibili le proposte del comitato, che ci chiedeva di fare un passo indietro per poi fare un passo avanti tutti insieme – racconta Amanda Ferrario – ma se poi il PD ci dice in maniera molto chiara ed esplicita che vuole avere la prima e l’ultima parola, non è un dialogo. Io ci credo, ma bisogna essere in due per dialogare, altrimenti è un monologo. E non è neanche pensabile che un partito possa decidere per una coalizione». Insomma, la porta che Ferrario e la sua coalizione avevano tenuta aperta, a questo punto è da ritenersi chiusa. «Con chi si siede al tavolo con questo presupposto – rimarca la candidata indicata da M5S e Verdi – non ho niente da dire, preferisco investire il mio tempo per costruire. Se vogliamo pensare alla città, facciamolo. Altrimenti ognuno faccia le sue scelte, ma lo dico in maniera molto serena».

Qui Maurizio Maggioni

«È stata confermata la distanza delle posizioni, peraltro già annunciata – riferisce Maurizio Maggioni – c’è una posizione che da parte del PD è stata interpretata come una rottura dei tavoli dell’accordo di coalizione, che ha determinato una situazione poco sostenibile dal punto di vista elettorale. Di fronte a questa rottura, si moltiplicano le difficoltà tipiche di un’intesa tra PD e M5S, due forze politiche che hanno riferimenti e storie diverse e rischiano di elidersi, e che per mettersi insieme dovrebbero seguire strade concertate fino all’ultimo. E di questo ne prendiamo atto». Oltretutto, fa notare Maggioni, nelle ultime settimane si è «giocato in termini di divisione, legittimamente», e le distanze con il M5S, che «rispetto a noi è un altro mondo», si sono acuite. E il tentativo dei promotori della petizione, «di fare riferimento ad una visione unitaria di contesto, sicuramente interessante, non è il tema».

«Divisi, ma non dobbiamo creare un solco»

Margini per un’intesa, a questo punto, non ce ne sono più. Anche se Maggioni auspica che, nella consapevolezza delle distanze, la campagna elettorale possa avere un obiettivo comune: «Non facciamoci del male, l’ho detto ad Amanda Ferrario – l’appello del candidato Dem – i 5 Stelle non sono dei nemici, anche perché dopo le amministrative si aprirà la partita delle elezioni politiche del 2023. Non dobbiamo creare un solco, l’obiettivo è cambiare, per rimpiazzare il centrodestra alla guida della città». E se la porta con la coalizione Ferrario si chiude, per il PD rimane all’ordine del giorno la questione delle alleanze: «La posizione del PD – sottolinea Maggioni – è sempre quella delineata a dicembre dal nostro segretario Paolo Pedotti: disponibili a discutere con tutti, con il Pd al centro di una coalizione larga, che deve aprirsi alla società civile. Sono auspicabili intese e accordi, ma nell’ambito di un perimetro di tradizionale centrosinistra. Non può pensare di andare da soli». Il dialogo rimane aperto con Italia Viva.

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