VARESE – Nel 2022 ricorrevano i cinquant’anni dalla morte di Dino Buzzati, il grande scrittore bellunese che Gioele Dix ama fin dall’adolescenza e di cui ha da non molto realizzato per Audible gli audiolibri delle opere più importanti. Seguendo il cuore e la memoria, l’attore milanese ha così dedicato “La corsa dietro il vento”, nuovo spettacolo da lui scritto e interpretato che oggi, venerdì 28 aprile, il Teatro di Varese ospiterà alle 21, proprio all’autore di “Il deserto dei tartari” e “Un amore”.
Un vivace mosaico di personaggi e vicende umane
Sotto il palazzo in cui abita un grande scrittore piove dall’alto nel cuore della notte una pallottola di carta. Che cosa conterrà? Appunti senza importanza o versi indimenticabili da salvare? “La corsa dietro il vento” prende il via da questo affascinante spunto, tratto da un racconto di Buzzati.
Ambientato in una sorta di laboratorio letterario, a metà fra una tipografia e un magazzino della memoria – una scena affascinante disegnata da Angelo Lodi – lo spettacolo attinge da un ricco forziere di storie (“Sessanta racconti”, “Il Colombre”, “In quel preciso momento”) e regala un vivace mosaico di personaggi e vicende umane.
In scena Valentina Cardinali, giovane attrice dal grande talento, dà vita assieme a Dix a un virtuoso e divertente gioco teatrale, entrando e uscendo da molte trame e personaggi, con continui cambi di abito (i costumi, allusivi e divertenti, sono di Marina Malavasi e Gentucca Bini) accompagnati dalle musiche originali di Savino Cesario.
«L’inventore di racconti perfetti»
Buzzati è stato scrittore, giornalista, pittore ma soprattutto un fine scrutatore d’anime. E la sua scrittura, insieme realistica e fantastica, corre sempre fulminea al punto, pur non trascurando l’eterna sospensione che caratterizza le nostre esistenze. Grazie al suo talento narrativo assumono forma poetica paure, sogni e fantasie a noi più che familiari anche nei tempi complicatissimi che stiamo vivendo. “La corsa dietro il vento” è un inedito viaggio teatrale grazie al quale Dix, ispirandosi a personaggi e atmosfere buzzatiane, parla (anche) di sé, dei suoi gusti, delle sue inquietudini, delle sue comiche insofferenze, con l’ironia e il gusto del paradosso a cui ha abituato il suo pubblico.
Cercando di conservare l’atmosfera dei racconti di Buzzati, il comico e drammaturgo ha creato uno spettacolo deliziosamente brillante, che mantiene però sempre accesa la scintilla dell’intelligenza e dell’emozione, uno spettacolo di grande godibilità teatrale che porta ai suoi nuclei emotivi forti sorridendo. «Ho cominciato a leggere i suoi racconti all’età di dodici anni. Sono diventati parte del mio immaginario. La sua voce assomiglia spesso alla mia. Lo considero l’inventore di racconti perfetti, che non solo ti avvincono – perché vuoi sapere come vanno a finire – ma ti lasciano sempre un segno dentro, ineffabile però familiare».