Accam, inutile parlare di Newco senza veri progetti d’economia circolare e date certe

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Ci troviamo di fronte ad una società senza bilanci approvati dal 2019, spolpata del capitale sociale a causa di una macroscopica malagestione dei vertici societari che si sono succeduti, ricordiamo, tra gli altri, anche l’arresto della ex presidente Bordonaro e del membro del CDA Bilardo nell’inchiesta “Mensa dei poveri”, e dalla clamorosa superficialità degli amministratori locali chiamati a votare bilanci creativi e delibere prive di qualsiasi visione politico-industriale. Oggi sul tavolo abbiamo un memorandum di intesa tra le partecipate pubbliche AMGA, AGESP e CAP Holding per la governance della NewCo ed un piano economico finanziario che prevede ingenti investimenti, oltre 8 milioni, ovviamente pubblici, cioè dei cittadini, per riportare l’inceneritore alla situazione precedente all’incendio del 2019 e che è il chiaro preludio all’ennesimo rinvio della chiusura dell’impianto, oggi stabilito nel 2027.
Andiamo incontro ad una fase storica in cui la transizione ecologica sarà il faro di qualsiasi scelta politica e saranno proprio gli enti locali i protagonisti di questa transizione. A livello europeo ci siamo dati obiettivi importanti in tema di riduzione di emissioni al 2030 e al 2050. È una occasione importantissima che non possiamo lasciarci scappare.
Oggi in pratica si parla solo di revamping dell’inceneritore senza nemmeno fissare impegni precisi in termini di coinvolgimento del territorio, economia circolare e data di spegnimento: non ci sono vere ipotesi di economia circolare da poter vagliare tranne una promessa di stanziamento fondi per le compensazioni che riteniamo doveroso. Si potrebbero introdurre parecchie iniziative per dare quantomeno una prospettiva più razionale a un progetto che dal nostro punto di vista, parte male.
Per esempio, si sta valutando l’utilizzo del dibattito pubblico per sviluppare un piano a sostegno del potenziamento del riciclo e dell’economia circolare, finalizzato alla progressiva dismissione dell’inceneritore stesso, per la quale deve essere fissata una data certa?
È stato previsto un osservatorio ambientale costituito da esperti, cittadini e associazioni che possano monitorare le varie fasi del progetto di economia circolare e verificare periodicamente la situazione degli impianti? Se si vuole veramente offrire una prospettiva ai cittadini residenti, perché non inserire nei patti parasociali una data di chiusura dell’impianto e una progressiva riduzione dei conferimenti entro tale data?

Massimo De Rosa, Riccardo Olgiati (Movimento Cinque Stelle)

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