“Adelante Pedro, si puedes, con juicio”

pellerin politica internazionale

di Ivanoe Pellerin

Cari amici vicini e lontani, vi propongo un rapido e attento sguardo su alcuni dei recenti avvenimenti internazionali che, credo, avranno certamente una risonanza nel prossimo futuro. L’incontro del nostro Primo Ministro con il presidente americano Biden del 27 luglio, dopo i precedenti al G20 di Bali dello scorso anno, al G7 di Hiroshima e all’ultimo vertice NATO di Vilnius, è certamente da sottolineare. Per Giorgia un’affermazione di notevole portata: “Siamo diventati amici” ed il riconoscimento di partner affidabile e interlocutore autorevole. E vai con la piena intesa sull’alleanza euro-atlantica e sul sostegno all’Ucraina. Ricordo che Biden ha finora evitato di invitare i governanti di governi ritenuti troppo a destra come Orban e prima Bolsonaro. Occorrerà vedere come il nostro premier se la caverà quando, alla fine dell’anno, Biden le chiederà di non rinnovare il memorandum sulla “Via della seta”. Giorgia riuscirà a prendere le distanze da quel malnato accordo firmato da Conte senza perdere la partnership economica con la Cina?

Gli americani hanno già ammesso di aver commesso errori strategici proprio nel bacino del Mediterraneo dove, pare, che adesso vogliano investire di più. Il G7 a Roma del prossimo anno vedrà tra i temi più centrali proprio i Paesi africani e quello che in diplomazia viene definito il “Global South”, importanti argomenti verso i quali il nostro premier ha già dimostrato di avere grande attenzione.

A proposito di Africa. Sempre settimana scorsa, il colonnello Amadou Abdramane, attorniato dai suoi ufficiali in tuta mimetica, ha letto in diretta il proclama della giunta che ha realizzato il colpo di stato in Niger e ha annunciato la chiusura delle frontiere, dello spazio aereo ed il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino. Così cade l’ultima democrazia nel Sahel, uno dei paesi più poveri del mondo. Anche il generale Abdou Sidikou, il capo di stato maggiore dell’esercito, dapprima apparentemente tiepido di fronte al golpe, ha emesso un comunicato di sostegno ai militari golpisti. È noto che il Niger è un baluardo occidentale nel continente africano tanto che subito i militari ribelli hanno garantito che rispetteranno tutti gli accordi internazionali. Il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov si è affrettato a sottolineare la necessità che in Niger occorre ripristinare la legalità. Epperò Evgeny Prigozhin, il capo della Wagner del quale si erano perse le tracce, si è fatto fotografare al summit di Pietroburgo indetto da Putin con alcuni funzionari africani. Forse del Niger? Non si sa. Di certo lo scorso settembre, a Niamey la capitale del Niger, il Movimento62 ha affermato di voler cacciare dal paese tutti i francesi e tutte le truppe straniere mentre in piazza sventolavano le bandiere russe ed i cartelli inneggiavano a Putin. E proprio nelle ultime ore, la folla, sempre inneggiando a Putin, ha attaccato l’ambasciata francese.

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Ivanoe Pellerin

A proposito di Putin. È vero che la condanna internazionale che pende sul capo del Cremlino non è ritenuta particolarmente impegnativa per il leader russo, ma il fatto che al prossimo vertice del Brics, in programma a Johannesburg dal 22 al 24 agosto per il quale il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa sta lavorando febbrilmente, non vedrà la partecipazione di Putin è ritenuto un elemento di evidente debolezza. “Di comune accordo, il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin non parteciperà al Vertice, ma la Federazione Russa sarà rappresentata dal Ministro degli Esteri Sergey Lavrov”, si afferma in un comunicato della presidenza sudafricana inviato all’ANSA sullo storico 15/o Vertice dei Paesi Brics, il primo a svolgersi “in presenza” dopo la pandemia di Covid.

A Proposito di Brics. Ricordo che Brics è un acronimo, utilizzato in economia internazionale, che individua cinque paesi (Brasile, Russia, India, Cina e solo in seguito Sudafrica) identificati per primo nel 2002 da Jim O’Neill di Goldman Sachs, accomunati da alcune caratteristiche simili, tra le quali: la condizione di economie in via di sviluppo, una popolazione numerosa, un vasto territorio e abbondanti risorse naturali. Avanzando tutti a una velocità simile, i Brics sono stati per il primo decennio leader della crescita economica globale, poi le loro fortune hanno cominciato a divergere. Nel secondo decennio, la Cina ha progressivamente assunto un ruolo egemonico, senza però che la sua quasi inesauribile fame di risorse naturali di ogni tipo (energia, cibo, minerali) continuasse a trainare gli altri. Al contrario, l’industria manifatturiera in ciascun Brics ha continuato a rimpicciolirsi sotto i colpi della concorrenza cinese. C’è la coda per entrare nei Brics: dall’Algeria all’Iran, dall’Egitto all’Indonesia. È soprattutto la Cina a spingere per un allargamento. Dopo il Covid-19, però, anche l’economia cinese ha iniziato a rallentare in modo evidente.

A proposito dell’economia cinese. Disoccupazione e denatalità sono i fantasmi che agitano il sonno di Xi Jimping. Il tasso ufficiale dei senza lavoro si aggira intorno al 6% ma tra i giovani, in particolare nella fascia tra i 16 e i 24 anni, arriva quasi al 20%. Un altro guaio per il leader cinese è lo straordinario debito degli enti locali, un debito fantasma che aggrava di molto (almeno di dieci volte) quello ufficiale che il Fondo Monetario Internazionale stima intorno ai 5.000 mld di dollari. Questo enorme debito sta bloccando molti investimenti dalle grandi infrastrutture all’edilizia. La bolla immobiliare è un altro grosso problema. Dopo molti decenni trascorsi ad innalzare migliaia di grattacieli, peraltro rimasti per buona parte invenduti, l’eventuale scoppio di questa bolla potrebbe avere effetti disastrosi sul Pil cinese basato per gran parte sul mattone. Da ultimo la denatalità inizia a farsi sentire. Nel 2022, per la prima volta dal 1961, la Cina ha 850.000 abitanti in meno. Ciò può portare un disastro previdenziale. Infatti il South China Morning Post ha riportato che “il governo stima che negli ultimi dieci anni siano andati in pensione 40 mln di cinesi e altri 50 mln li seguiranno nei prossimi tre.”

Cari amici vicini e lontani, questo giro d’orizzonte sul quadro internazionale pone una serie di interrogativi piuttosto pesanti. Cosa pensare? Forse è il caso di ricordare la frase che il grande Manzoni fa pronunciare al gran cancelliere spagnolo del ducato di Milano nell’anno di peste 1630: “Adelante Pedro, si puedes, con juicio”.

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