Aule fredde, gli studenti dell’Artistico di Varese protestano contro la Provincia

artistico Varese

VARESE – Non sono entrati in aula questa mattina, giovedì 21 ottobre, gli studenti del Liceo Artistico Frattini di Varese. Un gruppo di circa 150 alunni ha deciso invece di attraversare via Manin e raggiungere il piazzale del palazzetto, dove è andata in scena una manifestazione di protesta. I ragazzi denunciano problemi di sicurezza nell’istituto, una mancata comunicazione con la scuola e temperature basse nelle aule, chiamando in causa Villa Recalcati.

Cartelli e slogan

La protesta pacifica ha visto i ragazzi scandire slogan e mostrare cartelli per manifestare una serie di problemi relativi alla gestione della scuola. Innanzitutto problematiche interne, con i rapporti con la direzione scolastica: gli studenti lamentano una mancata comunicazione e coinvolgimento nelle scelte che riguardano l’istituto, a partire dagli orari di lezioni. Quindi una serie di questioni più strutturali, in merito alle quali i ragazzi si rivolgono alla Provincia di Varese, proprietaria dell’edificio. «Questa struttura non è stata pensata per essere una scuola, lo è diventata di conseguenza con gli anni – commenta la studentessa Alicia Celentano, una degli organizzatori della protesta – noi per esempio abbiamo delle scale interne che non ci è possibile utilizzare perché non sono a norma e di conseguenza siamo costretti ad utilizzare le scale antincendio per spostarci».

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Infiltrazioni e aule fredde

«Un altro problema – continua – è quello dei soffitti, che sono composti da pannelli. Molti di questi mancano e fanno sì che ci siano delle infiltrazioni d’acqua con cavi elettrici esposti. Le infiltrazioni ci portano ad avere dei secchi in mezzo ai corridoi per la raccolta dell’acqua». Quindi il problema delle basse temperature al piano sotterraneo. «La nostra scuola sta aspettando degli appalti da anni per poter isolare correttamente il piano -1. Chiediamo chiarimenti sul perché queste mancanze continuino a persistere». Le fa eco un’altra studentessa, Rebecca Talamona: «Alcune classi sono arrivate ad avere 14 gradi quando il limite minimo è 18 e siamo solo a ottobre. Dobbiamo portarci delle coperte e non riusciamo a disegnare perché abbiamo le mani gelide».