Il Baff rinviato per il Covid torna a ottobre e diventa un weekend al Teatro Sociale

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BUSTO ARSIZIO – Posticipata di sei mesi a causa dell’emergenza sanitaria, la diciottesima edizione del B. A. Film Festival si svolgerà a ottobre in forma ridotta, con un weekend di appuntamenti “in presenza”. I particolari della rassegna sono stati svelati oggi, martedì 22 settembre, all’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni, alla presenza di Alessandro Munari, presidente della B. A. Film Factory, di Steve Della Casa, insieme a Paola Poli direttore artistico della rassegna, di Manuela Maffioli, vicesindaco di Busto Arsizio, di Antonio Franzi, rappresentante della Camera di Commercio di Varese e Gabriele Tosi, fondatore della kermesse.

I Legnanesi, Mogol e Claudio Bisio

Sara il Teatro Sociale Delia Cajelli a ospitare le tre serate: la prima, venerdì 9 ottobre, sarà dedicata a una delle compagnie teatrali più longeve e amate del panorama nazionale: I Legnanesi. Nell’incontro “Dal teatro al cinema, 70 anni di successi” Antonio Provasio (la Teresa), Enrico Dalceri (la Mabilia), Lorenzo Cordara (il Giovanni), insieme al produttore Enrico Barlocco, racconteranno la storia di un trionfo inarrestabile, dal 1949 a oggi.
I riflettori saranno poi puntati su Mogol, celeberrimo autore di brani per artisti come Lucio Battisti, Mina, Patty Pravo e tanti altri: intervistato da Della Casa, sabato 10 terrà la lectio magistralis “Il cammino del pop. L’evoluzione dell’interpretazione della romanza ad oggi”.
Protagonista dell’appuntamento di domenica 11 sarà Claudio Bisio, artista a tutto tondo che ha da poco compiuto quarant’anni di carriera: al cinema nel film “Mediterraneo” del premio Oscar Gabriele Salvatores e in tv storico conduttore di Zelig, a teatro ha interpretato con Dario Fo “Morte accidentale di un anarchico con Dario Fo” e appena concluso il tour del reading teatrale “Ma tu sei felice?”, progetto nato per il web durante il periodo di lockdown.

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Baff in Liberia e Baff in Corto

A completare il programma ci saranno gli appuntamenti Baff in Libreria nella Sala Monaco della biblioteca comunale: Paolo Castelli, docente dell’Istituto Antonioni, venerdì 9 aprirà alle 18.30 una finestra sul cinema d’animazione con Matteo Mazza e Simone Soranna, autori del saggio “Dreamworks Animation – Il lato chiaro della luna”; il giornalista Diego Pisati intervisterà domenica 11 alle 11 Della Casa, che ha curato il libro “L’Italia agli Oscar – Il racconto di un cronista” scritto da Vincenzo Mollica. Torna Baff In Corto, che nel 2020 ha registrato una grande partecipazione con quasi 500 video iscritti. La sua quarta edizione, che si svolgerà in forma ridotta a causa delle restrizioni, proporrà la cinquina formata dai finalisti.
Tutti gli eventi saranno come sempre a ingresso gratuito, ma regolamentato: sarà necessario prenotare inviando un’e-mail all’indirizzo prenotazioniBAcinema@gmail.com per le serate al Teatro Sociale, utilizzando invece la piattaforma Eventbrite per gli incontri in Sala Monaco.

Una scelta dolorosa

«Non ho mai perso la speranza per il ritorno del Baff quest’anno, anche perché senza non si sarebbe potuto veramente concludere l’anno culturale a Busto», ha dichiarato Maffioli. «Il festival si terrà in un teatro, un altro dei settori più colpiti dalla pandemia, e in concomitanza con la ripresa dei cineforum di Sguardi d’essai, in modo da offrire una settimana di cinema in quella che è una città di cinema». Sebbene l’amministrazione comunale abbia offerto il proprio patrocinio e la disponibilità di biblioteca e Teatro Sociale, per questa edizione non sono stati erogati contributi finanziari: «È stata una scelta dolorosa, un sacrificio deciso per andare incontro a esigenze più immediate con il bando per i teatri: se salta un’edizione, si può sempre recuperare più avanti. Ma se è una sala a chiudere, chiude per sempre».

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Licia Maglietta all’Istituto Antonioni

L’incontro è stato anche l’occasione per annunciare l’ingresso alla direzione dell’Istituto Antonioni di Licia Maglietta, attrice apparsa nei film “Morte di un matematico napoletano” e “Pane e Tulipani”, e serie tv come “Una pallottola nel cuore e “Tutto può succedere”: «In precedenza avevo notato una differenza, una distanza, tra noi, attori e registi, e coloro che venivano dopo. E il problema del Covid ha messo in evidenza la situazione di equilibrio precario in cui si trova il cinema: non le grandi sale, che comunque andranno avanti, ma i piccolo spazi che ne formano la spina dorsale. Quello che mi fa più paura è l’assenza di speranza; ora tutto ricadrà sui giovani, bisogna capire come sarà il nuovo sguardo, che sarà fatto di fatica e responsabilità, da avere. Ma ci sono sempre stati momenti in cui la domanda ci si domandava “Ce la faremo? Forse no” e la risposta è stata poi “Eppure sì”».

Il Busto Arsizio Film Festival rinviato a data da destinarsi. Ma «si farà»

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