Beni confiscati alle mafie e riutilizzati, ricerca di Libera: 42 su 65 nel Legnanese

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LEGNANO – Nel Legnanese sono censiti 65 beni oggetto di confisca alla criminalità organizzata, di cui 59 immobili e 6 beni aziendali. Di questi, 42 sono già stati destinati al riutilizzo per scopi sociali, mentre i rimanenti 23 sono ancora in gestione all’Agenzia nazionale dedicata. Lo ricorda il presidio di Legnano dell’associazione Libera intitolato ad Antonella Valenti, Ninfa e Virginia Marchese nell’anniversario della legge n. 109 del 1996 per l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie.

Un popolo variegato di associazioni, cooperative sociali, volontari dalla Lombardia alla Sicilia sono i protagonisti della trasformazione da beni delle cosche ed esclusivi a patrimonio comune e condiviso. Con la ricerca “Fattiperbene” Libera ha censito le esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati in 26 anni. In Italia sono 947 i diversi soggetti impegnati nella gestione di beni immobili sottratti alla criminalità organizzata, ottenuti in concessione dagli Enti locali, in ben 18 regioni su 20 e più di 350 comuni. La regione con il maggior numero di realtà sociali che gestiscono beni confiscati alle mafie è la Sicilia con 267 soggetti gestori. In Lombardia i soggetti del terzo settore assegnatari di beni confiscati sono 77 associazioni, 34 cooperative sociali, 3 consorzi di cooperative, 8 fondazioni e 5 realtà ecclesiastiche (parrocchie e Caritas), tutti soggetti impegnati negli ambiti welfare, promozione culturale e turismo, inserimento lavorativo, agricoltura e ambiente sostenibile. Per la maggior parte, la tipologia di beni immobili in cui operano sono appartamenti, abitazioni indipendenti e ville.

A Legnano censiti 26 beni, 19 riassegnati

Nei comuni del Legnanese (Busto Garolfo, Canegrate, Cerro Maggiore, Dairago, Legnano, Nerviano, Parabiago, Rescaldina, San Giorgio su Legnano, San Vittore Olona, Villa Cortese) sono presenti la cooperativa La Tela (nella foto in alto) e la cooperativa Il Portico a Rescaldina, Auser Filo Rosa e l’associazione Cielo e Terra a Legnano, la Casa delle associazioni a Dairago. Legnano e Villa Cortese hanno dato da poco parere positivo all’Agenzia nazionale ad acquisire nel loro patrimonio altri beni immobili confiscati in via definitiva.

In totale, a Legnano sono censiti 26 beni (19 destinati e 7 in gestione), 13 a San Vittore Olona (11 in gestione e 2 destinati), 10 beni tutti destinati a Rescaldina, altre destinazioni a Dairago (4), Nerviano (4), Villa Cortese (2) e Parabiago (1). Ancora da destinare 3 beni a Cerro Maggiore e 2 beni a Parabiago. Non risultano confische nei comuni di Busto Garolfo, Canegrate e San Giorgio su Legnano.

Comuni sollecitati a proseguire nell’opera

Alla luce di questi dati, il presidio di Libera del Legnanese invita le Amministrazioni comunali a individuare le opportunità di finanziamento nazionali e regionali per la ristrutturazione e la gestione dei beni immobili e allo stesso tempo a promuovere la partecipazione dei cittadini e delle realtà del terzo settore nei percorsi di progettazione a fini sociali dei beni confiscati ancora inutilizzati.

«Dal 7 marzo del 1996 – commenta l’associazione – la restituzione alla collettività delle ricchezze e dei patrimoni sottratti alle organizzazioni criminali è diventata un’opportunità di impegno responsabile per il bene comune. La dimensione etica dei percorsi scaturiti dalle esperienze di riutilizzo per finalità sociali si trova, infatti, nella corresponsabilità che ha trasformato quei beni da esclusivi a beni comuni e condivisi. Raccontare quello che avviene ogni giorno sui beni confiscati alle mafie vuol dire raccontare il cambiamento che giorno dopo giorno si costruisce, con l’obiettivo di dare vita a nuove pratiche di economia e di sviluppo sostenibile».

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