Busto amplia il rifugio dei clochard. Pronti 100mila euro: metà da Fondazione Ravera

BUSTO ARSIZIO – Il “Rifugio della Speranza”, la struttura di accoglienza dei senzatetto alla stazione FS appena intitolata al suo storico promotore Franco Mazzucchelli, è pronta ad allargarsi. La giunta, su input dell’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni, ha infatti stanziato i 100mila euro necessari per acquistare e posizionare, sul retro del rifugio, i moduli prefabbricati che ospiteranno le docce e il locale mensa per i clochard. Un progetto che era stato annunciato in occasione dell’inaugurazione dello spazio diurno per i senzatetto ricavato nella parrocchia dei Frati.

Lo stanziamento

La somma è stata inserita nella variazione di bilancio promossa dalla giunta Antonelli nella seduta di mercoledì 12 ottobre. Tra le spese in conto capitale, come intervento che non rientra nel piano triennale delle opere pubbliche, è stata prevista la spesa di 100mila euro per l’acquisto di strutture modulari ad utilizzo dei senzatetto, da finanziare in parte mediante l’applicazione di avanzo libero per 50mila euro e per la restante grazie ad un contributo da 50mila euro da parte della Fondazione Tosi-Ravera. Si tratta dell’associazione intitolata ai Lions Bruno Tosi e Mario Ravera che, sotto la guida dell’allora presidente Franco Mazzucchelli, aveva sostenuto l’avvio del “dormitorio” in stazione.

«Più decoro»

«Il prefabbricato verrà posizionato dietro al rifugio, nell’area dell’ex scalo merci Hupac, una zona più riservata rispetto al piazzale e all’androne della stazione, dove oggi i senzatetto consumano i pasti che gli vengono consegnati dalle associazioni di volontariato – spiega l’assessore Paola Reguzzoni – noi siamo pronti e aspettiamo l’ok formale delle Ferrovie dello Stato, dopo aver già ricevuto quello verbale, per poter completare l’intervento in tempo per questo inverno. Una soluzione che garantirà più decoro per tutti, per i clochard che avranno uno spazio a loro riservato per mangiare, ma anche per gli utenti della stazione». Di certo Franco Mazzucchelli ne sarebbe stato molto orgoglioso.

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