Busto, anche nel 2021 più aperture che chiusure di negozi. Traina l’e-commerce

Il presidente di Ascom Rudy Collini con l'assessore alle attività produttive Manuela Maffioli

BUSTO ARSIZIOPiù aperture che chiusure di negozi, anche nel primo semestre del 2021, così duramente colpito dalle restrizioni Covid. È di 26 attività il saldo registrato nel report dello sportello unico delle imprese di palazzo Gilardoni, frutto in particolare di un nuovo “boom” di aperture nel settore dell’e-commerce (più 24), che conferma un trend positivo registrato sia dopo l’estate del 2020 che alla fine dello scorso anno. «Un dato significativo – lo commenta così la vicesindaco e assessore allo sviluppo del territorio Manuela Maffioli – a cui guardiamo con realistica prudenza ma che ci dà la misura del fatto che il settore sta tenendo». A maggior ragione se si considera, come ricorda il presidente di Confcommercio Busto Valle Olona Rudy Collini, che «la tendenza nazionale va dal meno 20 al meno 30%».

I numeri

«Un bilancio confortante» per l’assessore Maffioli, che “fotografa” una «situazione sostanzialmente immutata rispetto all’incremento di fine 2020», quando erano state una sessantina le aperture in più rispetto alle chiusure. I numeri rivelati dal SUAP parlano infatti di un saldo complessivo di 26 attività al “giro di boa” di fine giugno: un negozio di vicinato in più (9 aperture e 6 cessazioni tra gli alimentari, 15 nuove attività e 17 chiuse tra i non alimentari), cinque pubblici esercizi in meno (2 aperti e 7 chiusi), 6 attività artigianali in più (5 nuove e 2 cessate tra parrucchieri ed estetisti, 4 aperture e 1 chiusura tra gli alimentari) e 24 negozi di e-commerce in più (27 nuovi e 3 cessati). Di questi, sottolinea Maffioli, 12 sono nuove licenze associate a negozi fisici, nuovi o già esistenti, e 12 sono attività di e-commerce puro. Poi ci sono i subentri, 22 in tutto, di cui 9 tra i negozi di vicinato e 9 nei pubblici esercizi. In totale a Busto sono 2841 le imprese attive.

Maffioli: «Andiamo avanti»

«L’unico dato lievemente negativo – aggiunge l’assessore – riguarda i pubblici esercizi. Ma su un saldo di meno cinque ce n’è uno che ha chiuso ma sta per riaprire in un’altra zona della città e un altro che è andato in pensione e non ha trovato ricambio». La spiegazione di questo «risultato confortante», per Manuela Maffioli, può essere legata a «molteplici fattori. La capacità, la professionalità e la vocazione commerciale e capacità del distretto storico di Busto, ma anche le azioni messe in campo dal Comune in sinergia sul territorio. Ora serve una politica proattiva non solo per conservare quel che c’è ma anche per innescare uno sviluppo». Tra le iniziative di Palazzo Gilardoni c’è anche il bando extra-Duc, che ha registrato un successo che va oltre la disponibilità economica (100mila euro, per progetti da massimo 1500 euro) prevista dal Comune: su 107 richieste, 103 sono state dichiarate ammissibili, ma solo 70 liquidabili, così l’assessorato ha chiesto altri 41mila euro per poter soddisfare anche le 33 domande rimaste escluse dalla spartizione dei fondi.

Ascom: «Verso il ritorno alla normalità»

Ed è il rilancio quello a cui mira anche Ascom, per voce del presidente Rudy Collini: «Oggi il tema è la sopravvivenza, ma è importante in particolare il sostegno delle banche per poter riprendere a fare investimenti. Gli imprenditori hanno attinto alle proprie risorse personali per tenere duro, mostrando fiducia nei confronti della riapertura del mercato. E in una realtà come Busto, dove non c’è molto turismo che fa calare i flussi nelle città più grandi, ci stiamo avvicinando al 100% dei flussi pre-pandemia, come ci dicono i dati delle celle telefoniche. Anche grazie all’opportunità di utilizzo degli spazi aperti che ha riportato la gente in centro, con benefici di riflesso per tutte le attività commerciali».

A Busto il commercio regge l’urto del Covid: più aperture che chiusure nel 2020

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