A Busto il commercio regge l’urto del Covid: più aperture che chiusure nel 2020

La vicesindaco e assessore allo sviluppo del territorio Manuela Maffioli

BUSTO ARSIZIO – Il 2020 del commercio «si chiude con il segno più». Ad annunciarlo è la vicesindaco e assessore allo sviluppo del territorio Manuela Maffioli, che fa il punto delle aperture e chiusure di attività nell’anno della pandemia e delle restrizioni. Sono state in tutto 86 le nuove aperture di attività commerciali e di artigianato di servizio nel corso del 2020, a fronte di 57 chiusure, tra le quali però ci sono stati 29 subentri di nuove gestioni. Un saldo positivo, nel complesso, di una sessantina di attività, nonostante tutto quel che è successo.

Il commercio respira

«Dati a cui guardiamo con estrema prudenza e lucido disincanto – spiega l’assessore Maffioli – è prematuro dire che è il bilancio del commercio nell’anno della pandemia, perché stiamo monitorando l’onda lunga e le eventuali ripercussioni per il nuovo anno, ma quantomeno sono numeri che ci tengono il battito cardiaco regolare e ci consentono di respirare, se pensiamo a che anno si riferiscono. Ci confortano ma non abbassiamo la guardia».

I numeri

  • Negozi di vicinato: 35 nuove aperture (di cui 12 alimentari) e 21 chiusure (di cui 12 subingressi, cessazioni con subentro)
  • Pubblici esercizi: 18 nuove aperture e 14 cessazioni (di cui 11 subingressi)
  • Artigianato di servizio: 16 nuove aperture e 12 cessazioni (di cui 4 subingressi)
  • Artigiani alimentari (es. pizze al trancio): 17 nuove aperture e 10 chiusure (di cui 2 subingressi)
  • E-commerce: 60 nuove licenze attivate (buona parte sono negozi anche aperti fisicamente) e 3 cessazioni

In città i negozi di vicinato sono in tutto 2.839, di cui 470 alimentari, 209 parrucchieri, 71 estetisti, 353 pubblici esercizi e 234 artigiani alimentari.

Il sostegno al settore

La tenuta del commercio in città, spiega Manuela Maffioli, «è la risultante di tanti elementi concomitanti, a partire dal fatto che Busto è una città a vocazione commerciale, l’unica in cui esiste il Distretto del commercio storico riconosciuto da Regione Lombardia, ma anche dal fatto che c’è una professionalità e una capacità imprenditoriale dei commercianti determinante per gestire l’impatto della pandemia. E poi l’amministrazione sta facendo di tutto per sostenere il settore, mettendo in campo nuove competenze e azioni, che coinvolgono diversi assessorati».

Arriva “Busto e-shop”

Come gli incentivi ai tavolini, appena prorogati, ma anche la valorizzazione delle nuove aperture, che serve ad «infondere fiducia nei confronti dell’humus fertile che c’è in città». E poi c’è la rete, tra il Comune e le associazioni di categoria e tra gli stessi negozi. Perché «la salute di tutti è la salute di tutto il comparto». Anche sulla comunicazione Palazzo Gilardoni sta offrendo strumenti utili come gli elenchi delle attività che fanno asporto e consegna a domicilio: un’iniziativa che si amplierà, con una nuova vetrina, chiamata “Busto e-shop”, in cui i negozianti potranno indicare anche il loro indirizzo e-commerce, per permettere ai consumatori di andare direttamente ad effettuare acquisti online.

I fondi per gli investimenti

Ma c’è un altro sostegno concreto che sta arrivando ai commercianti: sono «in fase di liquidazione gli importi del bando regionale del Distretto del Commercio, un’azione che proseguirà anche nel 2021», visto che le risorse inutilizzate verranno «rimesse a bando per i negozi del DUC», a cui si aggiungeranno i 100mila euro per i negozi extra-Distretto. Bandi che terranno presente «gli interventi richiesti nel regolamento del decoro (che prevede la sostituzione delle saracinesche). Investimenti che porteranno ad un ulteriore miglioramento estetico-funzionale dei nostri negozi e pubblici esercizi, che non potrà che portare ulteriore mercato e sviluppo».

busto arsizio commercio maffioli – MALPENSA24