Busto, da destra a sinistra coalizioni nel caos sulle candidature a sindaco

BUSTO ARSIZIO – Coalizioni divise e candidature tutte da confermare, a Busto in vista del voto di ottobre prevale la confusione. Nel centrodestra il sindaco uscente Emanuele Antonelli è determinato ad inseguire il bis, ma ha degli alleati che puntano decisamente a far saltare la sua poltrona. Nel centrosinistra ci sono già tre candidature in campo, e le possibilità di ricomposizione del fronte, pur invocate a gran voce a suon di petizioni, sembrano per ora tutt’altro che semplici. E se Riccardo Cocciante cantava “se stiamo insieme ci sarà un perché”, a Busto Arsizio i due schieramenti di centrodestra e centrosinistra, che si sfidano da vent’anni, non hanno ancora trovato questo “perché”. Con il rischio di correre divisi alle urne.

Qui centrodestra

Sul fronte della maggioranza, la situazione è ingarbugliata. Proprio come cinque anni fa, quando solo la “trovata” delle primarie di coalizione riuscì a sbloccare uno stallo che era arrivato a far volare le sedie ai tavoli politici. Da un lato, c’è il sindaco Emanuele Antonelli che ha annunciato la sua intenzione di ricandidarsi, con Fratelli d’Italia che lo sostiene a spada tratta anche a livello provinciale, contando sul fatto che non ci siano candidature alternative in grado di essere più appetibili di quella di un sindaco uscente. Ma Antonelli, anche per il suo carattere non proprio diplomatico, in questi anni si è fatto qualche nemico di troppo anche all’interno del campo del centrodestra, e al di là di qualche “acquisto” nella sua lista in costruzione, non sembra essere in grado, almeno per ora, di allargare la coalizione al centro.

Ma il centrodestra unito «non è più autosufficiente»: questo il monito che, prendendo ad esempio le sconfitte di Saronno e Legnano dove l’unità della coalizione non è bastata al ballottaggio per vincere, è arrivato ai tavoli provinciali dalle forze di area moderata. Dove Forza Italia spinge per una propria candidatura a sindaco tra le tre grandi città, ventilando l’ipotesi di mettere in campo una figura di peso come quella di Gigi Farioli, già sindaco per dieci anni e ben visto anche da quelle forze, civiche e politiche, che si muovono nell’area di centro (Busto al Centro, Italia Viva, Azione) in cerca di una collocazione. E dove Noi con l’Italia ha aperto all’ipotesi delle primarie, ventilando anche una candidatura moderata alternativa ad Antonelli come quella del medico e consigliere comunale Paolo Genoni. Ma dove c’è anche il gruppo di Idee in Comune che potrebbe mettere in gioco il nome di Alberto Riva, ex azzurro e non sgradito alla Lega.

E poi c’è la Lega, che è pur sempre il “senior partner” della coalizione e che insiste per poter tornare ad esprimere il candidato sindaco del centrodestra a Busto Arsizio (l’ultimo è stato Gigi Rosa nel 2002, e sembra passata un’era geologica), sfoderando in primis i nomi, per ora ben coperti, di Manuela Maffioli e Paola Reguzzoni, ma che lavora anche per costruire una candidatura alternativa a quella di Antonelli, concordata appunto con Forza Italia, Idee in Comune e quei pezzi di centrodestra che negli anni si sono allontanati dal sindaco attuale.

Qui centrosinistra

Ma se Atene (il centrodestra) piange, Sparta (il centrosinistra) non ride. Anzi. Lo stallo forse è più definito rispetto a quello dell’attuale maggioranza di governo, ma appare altrettanto difficile da sbloccare. I candidati in campo ci sono già: il presidente di Auser e già consigliere regionale Maurizio Maggioni per il PD, la preside dell’Ite Tosi Amanda Ferrario per Movimento Cinque Stelle, Verdi e la lista civica “Con Lei”, e l’ex funzionaria della pubblica istruzione in Comune Chiara Guzzo per La Sinistra Chiara (Pci e forze antifasciste). Trasversale alle forze politiche c’è un movimento di opinione a sinistra (e non solo, perché Sinistra Italiana ha già ritirato l’appoggio alla candidatura Ferrario proprio per sollecitare una ricomposizione del fronte) che invoca l’unità del centrosinistra alle urne, e che martedì 6 aprile farà incontrare online i due candidati Maggioni e Ferrario e le forze che li sostengono, mentre Guzzo e La Sinistra Chiara hanno scelto di non partecipare. Tentativo che però, al di là del fair play tra i due “front runner” si scontra con una scarsa volontà delle parti di fare passi indietro o di pensare alle primarie di coalizione, oltre che con qualche divergenza di vedute di fondo sia sul modo di opporsi al centrodestra sia sui programmi, anche se paradossalmente la soluzione della vicenda Accam potrebbe ridimensionare questo tema nelle agende elettorali di ottobre. E per sapere come andrà a finire bisogna far riferimento a Lucio Battisti: “Lo scopriremo solo vivendo”.

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