Busto Garolfo e Cuggiono, la salute di prossimità ha trovato casa. Di comunità

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CUGGIONO – Taglio del nastro e benedizione oggi pomeriggio, mercoledì 2 novembre, delle prime case di comunità aperte nell’Alto Milanese, a Busto Garolfo in via XXIV Maggio 17 e a Cuggiono in via Badi 4, all’interno dell’ospedale (nelle foto). Obbiettivo: raccordare meglio con gli utenti alcuni servizi sanitari e assistenziali, disponibili su appuntamento e di cui sarà presto diffusa la carta dei servizi.

Tutti i servizi forniti

In particolare, la casa di comunità di Cuggiono, già operativa da alcune settimane, si compone di 8 stanze per Pua-Punto unico di accesso, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, servizi infermieristici, medicina specialistica di base, servizi sociali alla persona e alla famiglia, vaccinazioni e associazioni di volontariato. «Il servizio della pediatria – ha spiegato la dottoressa Patrizia Oldani – alleggerirà il lavoro dei pronto soccorso con i codici bianchi e verdi che vi saranno indirizzati dopo il triage telefonico di smistamento. A Cuggiono lavoreranno 15 medici, cui si aggiungono quelli delle due sedi a Milano e di quella anch’essa appoggiata all’ospedale di Lodi». Anche la vaccinazioni dei bambini si svolgeranno qui e non più in via Rossetti.

La visita delle autorità – presenti numerosi sindaci e assessori dei comuni serviti, oltre a Norberto Albertalli e Angelo Gazzaniga della Fondazione 4 ospedali e Valeria Vanossi dell’associazione Il sole nel cuore – si è estesa al servizio di medicina legale e commissione patenti speciali aperto lo scorso 26 settembre e articolato su 4 stanze (sala commissione, d’attesa, segreteria e studio medico). «In un mese – precisa Domenico Castaldo, direttore del dipartimento di medicina legale interaziendale delle Asst Ovest Milanese e Rhodense – abbiamo registrato 500 cittadini valutati o da valutare. Tutti ben lieti di non doversi più recare a Milano o altrove e di poter contare su tempi molto più brevi».

Odinolfi: «Prossimo passo, l’ospedale di comunità»

Il direttore generale dell’Asst Ovest Milanese, Fulvio Edoardo Odinolfi, accompagnato dal direttore sociosanitario Gabriella Monolo, ha ricordato come nel 2019 l’ospedale di Cuggiono abbia festeggiato i 90 anni: «Tanti, ma questo è un ospedale giovane che ha futuro. Pur essendo per acuti – ha proseguito Odinolfi – la struttura è aperta al territorio e la casa di comunità, cui seguirà l’ospedale di comunità, fornirà servizi in più, non in sostituzione. Oggi è un giorno felice perché muoviamo i primi passi di una strada molto lunga, ma che intendiamo percorrere con decisione».

Cucchetti e Scurati: «Nessuno scatolone vuoto»

In assenza di Letizia Moratti, fresca di dimissioni da assessore al welfare, Regione Lombardia era rappresentata dai consiglieri Silvia Scurati e Curzio Trezzani. «Le case di comunità – ha detto la prima – sono un gioiello per il territorio, non scatoloni vuoti come ha sostenuto qualcuno. Avranno grande importanza, ad esempio per il cambio del medico e altre necessità minori, integrandosi con il terzo settore che qui avrà una casa, e guardano al futuro anche per concretizzare il concetto di sussidiarietà. Ho visto tante piccole specializzazioni, come quella rivolta alle famiglie con persone disabili: c’è bisogno di avere un ascolto territoriale vicino, anche dal punto di vista umano».

Da parte sua il sindaco, Giovanni Cucchetti, si è raccomandato che la casa di comunità «non sia un servizio fra i tanti, ma un luogo dove si programmano le cure e il benessere della comunità, con funzioni dì prossimità per i servizi da integrare con le prestazioni sanitarie. Dobbiamo cogliere l’opportunità del passaggio dalla sanità alla salute, che mette al centro la comunità e nuovi strumenti per svolgere servizi territoriali di prossimità che interagiranno con i servizi sociali dei comuni, evitando che diventi un mero poliambulatorio o il mero risultato di una riorganizzazione di servizi».

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