Busto, i condomini vogliono recintare il parco Repubblica. Ma serve l’unanimità

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BUSTO ARSIZIOSchiamazzi a tutte le ore del giorno, e soprattutto della notte, pallonate dei ragazzi che giocano a calcio, bottiglie di birra e biciclette abbandonate nei vialetti e anche spaccio di droga a cielo aperto. E’ questa la realtà con la quale i condomini dei palazzi di viale Repubblica a Busto Arsizio devono convivere da anni. Ieri, lunedì 6 agosto, alcuni di loro hanno incontrato il consigliere comunale, Paola Reguzzoni, per chiedere di chiudere i giardini, oggi pubblici, e farli diventare a uso privato dei palazzi. «Il problema è che serve l’unanimità di tutti i condomini e trovo difficile che riusciranno ad ottenerla», ha commentato la referente del Carroccio cittadino. Ma venerdì ci sarà un nuovo incontro anche con il sindaco, Emanuele Antonelli, e gli amministratori di condominio per capire se sarà possibile trovare una soluzione che preveda l’ok solo della maggioranza degli inquilini.

I disagi

«Noi non ce la facciamo più, siamo arrivati al limite della sopportazione. Questa è casa nostra, non sono solo alloggi popolari. Li abbiamo comprati questi appartamenti e ora vediamo ragazzi che ce li distruggono, che ci danno addirittura fuoco alla cancellata», denunciano alcuni residenti di viale Repubblica nel quartiere di Beata Giuliana di Busto Arsizio, raccontando uno dei molti episodi di vandalismo che si sono verificati nei giardini interni dei 3 palazzi, dove vivono circa 250 famiglie. Probabilmente un migliaio di persone che ogni notte faticano a dormire a causa degli schiamazzi, delle pallonate continue. Ma che si sentono anche in pericolo per gli episodi di spaccio e di violenza che si verificano quando scende il buio.

Infatti, i giardini dei palazzi sono di proprietà comunale e quindi aperti al pubblico 24 ore su 24, a differenza dell’adiacente parco in via Pastore, che è quindi chiuso di notte. «Qui ognuno fa quello che vuole, non sono solo i nostri ragazzi a scendere a giocare, ma anche persone che arrivano da altre parti della città e che spesso sono poco rispettose nei confronti degli spazi pubblici», racconta uno dei residenti, Antonio Meriggi, guardano i rifiuti che strabordano dai cestini, una bicicletta abbandonata lungo il vialetto da giorni e le bottiglie di birra e bibite che riempiono gli angoli poco visibili.

Ciò che più preoccupa gli inquilini sono gli episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, che spesso si verificano nelle ore notturne, nonché la violenza e gli schiamazzi che si protraggono fino alle 2 o alle 3 di notte. Irregolarità che si verificavano anche durante il periodo di lockdown, dove alcuni ragazzi si ritrovavano senza rispettare le regole di distanziamento. «Noi abbiamo provato a chiamare le forze dell’ordine, che raramente vengono a controllare. E quando lo fanno i ragazzi scappano prontamente da una delle 7 uscite e non vengono mai presi. Abbiamo anche provato a fare esposto, ma ci è stato risposto che non hanno riscontrato le irregolarità», continuano altri residenti.

Serve l’unanimità

E invece le irregolarità sembrano all’ordine del giorno. Da qui la proposta del Comune di Busto Arsizio di chiudere con dei cancelli il giardino, portare fuori i citofoni e cedere quindi il terreno ai condomini, tutto a spese comunali. Un importo che si aggira intorno ai 180 mila euro, almeno questa era la stima del progetto proposto da Paola Reguzzoni, oggi consigliere comunale, ma che nel 2013 era presidentessa di Agesp. «Noi avevamo già tutto pronto, ma perché avvenga la cessione di proprietà è necessaria l’unanimità di tutti i condomini, cosa che non si è verificata. E purtroppo – aggiunge Reguzzoni – temo che ciò accadrà anche questa volta». Infatti, mentre alcuni vorrebbero una chiusura totale dei cancelli per far quindi diventare lo spazio un giardino condominiale, altri hanno anche pensato a un parco pubblico, quindi chiuso solamente la notte, «che dovrebbe però essere tenuto meglio dal Comune, perché qui ora cade tutto a pezzi e gran parte della manutenzione ce la dobbiamo pagare noi».

L’incontro con il sindaco

Quindi la proposta dell’amministratore di due dei tre condomini, Simone Orsi, è quella di far fare un’indagine da uno studio legale professionista per capire se c’è la possibilità di stilare un altro contratto, che non sia una cessione, ma che permetta di ottenere la maggioranza dei consensi e non l’unanimità. «Io farò il possibile, ma voglio prima capire con precisione quali siano le intenzioni del Comune». E infatti il prossimo venerdì 10 settembre, amministratori condominiali, capiscala e alcuni rappresentanti della giunta, compreso il sindaco, si riuniranno in sala consigliare per discutere le possibili soluzioni.

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