Busto, i profughi fanno litigare Reguzzoni e Sabba. Altre scintille in maggioranza

BUSTO ARSIZIO – Il consiglio comunale della “crepa” sulla Tari si conclude con un altro scontro fratricida in maggioranza, tra l’assessore leghista all’inclusione sociale Paola Reguzzoni e il consigliere della Lista Antonelli Matteo Sabba. L’oggetto della discussione sono le case Aler ai profughi ucraini, e dopo la requisitoria del consigliere contro il governo che «si dimentica degli italiani e non residenti da anni con necessità di una casa» (ormai quando arriva la mezzanotte, è il momento in cui Sabba porta scompiglio in aula), l’assessore leghista sbotta: «Discorsi da bar; non li accetto».

L’interrogazione di FdI

A far scoppiare l’interrogazione di Fratelli d’Italia, illustrata dal capogruppo Luca Folegani, sulla notizia che Aler avrebbe messo a disposizione alloggi inutilizzati per l’accoglienza dei rifugiati in arrivo dall’Ucraina. «Parliamo di 200 alloggi in tutta la Lombardia, attualmente inagibili e da destinare alla vendita, che Aler ha deciso di mettere a disposizione per l’emergenza profughi. Una disponibilità formalizzata ma non concretizzata in assegnazioni effettive» la risposta dell’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni, che ha chiarito che «il Comune di Busto non ha dato disponibilità di alloggi di edilizia residenziale pubblica, perché da via Roma sono ben conscia delle necessità abitative dei nostri cittadini, ma ha messo a disposizione strutture, come casa Don Lolo che è di proprietà dell’ASST Valle Olona, che non potevano essere date agli italiani, e come la colonia dell’Aprica».

La “sparata” di Sabba

Sulla questione, dopo l’intervento di Paolo Pedotti (PD) che richiamava la politica di accoglienza del governo, si è subito “fiondato” Matteo Sabba (Lista Antonelli), ricordando che si tratta di un «tema che avevo già sollevato e che probabilmente ha fatto scaturire l’interrogazione di FdI», parole che hanno visibilmente infastidito il coordinatore del partito di Giorgia Meloni Massimiliano Nardi, che era in prima fila in aula. «Immobili che in teoria avrebbero potuto aiutare dei cittadini, italiani e non, residenti in questo Paese sfortunato – sottolinea Sabba – hanno bisogno di case? S’arrangiano, mica arrivano dall’Ucraina o dalla Libia o dalla Siria. Questo ci dice il governo, e Aler che ha un’utilità pari a zero va dietro e si prostra per necessità mediatiche».

Troppo persino per Paola

Troppo persino per una leghista doc come Paola Reguzzoni, che infatti sbotta: «Sono una pasionaria e capisco la “pancia”, ma per rispetto di chi lavora otto ore al giorno e dell’assise in cui ci troviamo, io non accetto discorsi da bar – la risposta diretta a Sabba – qui il governo non c’entra niente, non ha fatto altro che garantire i 33 euro che riconosceva ai giovani baldanzosi che arrivano con i gommoni anche alle donne, anziani e bambini che arrivano dall’Ucraina. Mi sembrano più scappati dalla guerra dei ventenni in forma smagliante che arrivano a Lampedusa, ma a me la guerra dei poveri non piace. Siamo capaci tutti a dire prima gli italiani, e gli italiani che sono dentro le case popolari da quattro generazioni o con quattro redditi?».

La replica di Sabba

Uno scontro frontale tra veri populisti, a cui il consigliere della Lista Antonelli non ha potuto rispondere in aula perché la presidente del consiglio Laura Rogora ha fatto rispettare il regolamento che non prevede ulteriori interventi. Ma Sabba a seduta finita non le manda a dire all’assessore Reguzzoni: «Mi accusa di fare discorsi da bar quando ha Max Rogora nel suo gruppo, e di dire “prima gli italiani” che è lo slogan del suo partito? Io al contrario suo non ho problemi a prendermela con Regione e con il governo, perché è al governo sia a Roma che in Lombardia, non io. Ma accusare me di quello che vomita quotidianamente il suo partito no, non lo accetto».

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