Busto, Mariani (PD): «Antonelli alza la voce per nascondere le sue debolezze»

busto valerio mariani pd

BUSTO ARSIZIO – Di Valerio Mariani, presidente del consiglio comunale a Palazzo Gilardoni, c’è chi dice sia “l’uomo giusto al posto sbagliato”. Nel senso che, in quel ruolo, l’opposizione ha perso una freccia al proprio arco. Ma c’è anche chi pensa che, in alcuni passaggi, il presidente “sfilato” dai banchi delle minoranze abbia tolto qualche castagna dal fuoco a sindaco e maggioranza. Mariani ha però dalla sua l’esperienza di chi sa che in politica bisogna ascoltare tutti, ma in primis essere a posto con la propria coscienza: «Forse avrei dovuto essere più di parte – dice – come è stato spesso il sindaco, che invece dovrebbe essere di tutti. Sono due modi diversi di interpretare la politica. E credo che delle differenze se ne siano accorti in molti».

Valerio Mariani, torniamo all’ultimo consiglio comunale… 
«Che è stato sconcertante in alcuni momenti».

Una curiosità: alla fine chi ha avuto l’ultima parola nel diverbio tra lei e Antonelli? 
«Il sindaco. Perché, come dice un detto, “la ragione…”. E non vado avanti».

Però sull’amministrazione di centrosinistra in Provincia i toni del sindaco sono stati tranchant. Lei ha reagito da militante del PD o da ex consigliere provinciale?
«Io ho solo risposto per ristabilire la verità. Ovvero che, dopo aver vinto le elezioni provinciali, abbiamo trovato più di un problema nel bilancio dell’ente. Non certo imputabile all’amministrazione Gunnar Vincenzi. E a evidenziare il disavanzo non è stato né il Partito Democratico e neppure Valerio Mariani, bensì la Corte dei Conti. A quel punto abbiamo evitato il default. E se oggi il presidente Antonelli raccoglie qualche frutto è dovuto proprio alla scelta difficile e coraggiosa che facemmo. Sono stupito che lui, che è anche il mio sindaco, faccia finta di non capire questo passaggio. Detto questo, mi consenta una riflessione».

Dica.
«In politica lo scontro ci sta. Ma se c’è la volontà di ascoltare e confrontarsi. Purtroppo, e mi duole dirlo, ho l’impressione che sia il sindaco, sia il presidente della Provincia abbiano, anzi abbia, una sorta di diffidenza nei confronti di chiunque esprima un’idea diversa dalla sua. E non mi spiego tutto questo suo astio verbale, se non con il fatto che, dietro a urla, attacchi e polemiche voglia nascondere qualcos’altro».

Scusi, a cosa si riferisce? 
«Alla politica dell’annuncio. I toni alti coprono le tante cose promesse e non realizzate».

Dovrà però ammettere che in questo mandato non ci sono stati solo annunci. Non crede?
«Certo. La caserma dei carabinieri è un risultato importante ottenuto. Come anche la gestione dell’ordinarietà della macchina comunale o gli interventi sugli asfalti. Detto questo, però, la città arriva al tagliando elettorale con parecchie mancanze per promesse non mantenute. E una politica dal fiato corto, se si allunga lo sguardo a un futuro che vada più lontano del “semplice domani”».

Si riferisce alle grandi scommesse del primo cittadino, ovvero l’illuminazione pubblica che “non si accende” e al palaginnastica che non è ancora partito, e non solo per colpa del Covid?
«Mi riferisco al fatto che tra qualche mese si andrà al voto e dopo cinque anni di amministrazione Antonelli ai cittadini “viene consegnata” una città che non ha una visione sul futuro. L’illuminazione pubblica continua a essere un problema; il palaginnastica e il Campus di Beata Giuliana potrebbero anche sbloccarsi a breve, ma su questo intervento è calato un inquietante silenzio. E anche sull’area della Nord, sull’ospedale unico e sul ruolo che il Comune, soprattutto dopo l’emergenza Covid, potrebbe giocare per l’assetto sanitario territoriale. A tre mesi dall’inizio della crisi coronavirus non mi risulta che ci sia un dialogo costante con la  Regione sul tema sanità. L’amministrazione della sesta città della Lombardia dovrebbe avere la forza e la volontà di avere un ruolo strategico sull’argomento. Soprattutto dopo il Covid».

E invece?
«E invece il sindaco ha iniziato da tempo la sua campagna elettorale. Gliel’ho anche detto durante un consiglio».

Insomma, come Partito Democratico cittadino date per scontata la ricandidatura di Antonelli? 
«Al di là delle manfrine politiche il centrodestra si terrà Emanuele Antonelli. Più per paura di cambiare che per convinzione».

Se Antonelli verrà ricandidato, visto che in consiglio ha promesso che da qui in avanti dirà “che solo lui fa le cose giuste”, significa che toccherà anche a lei fargli un po’ di campagna elettorale. 
«Anche se so che il sindaco la prenderà sul serio, uso la stessa ironia con la quale ho pronunciato quella frase in consiglio comunale e cito un detto che mi ha insegnato mia mamma: “Quando una persona continua a dire di essere brava, bisogna metterle le mollette alle orecchie. Altrimenti rischia di volare via».

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