Busto non fa retromarcia sul senso unico di via Galvani. Loschiavo: «Sacrosanto»

Salvatore Loschiavo

BUSTO ARSIZIO – «Il senso unico di via Galvani? È una decisione sacrosanta oltre che necessaria». A ribadirlo è l’assessore alla mobilità sostenibile Salvatore Loschiavo, che dopo aver ottenuto il sostegno della giunta su questa misura conferma la scelta di vietare il doppio senso nel tratto tra via Isonzo e corso Italia, presa già nel 2018 sulla base delle indicazioni del Piano del Traffico. «E delle norme del Codice della strada – sottolinea l’assessore – che in strade delle dimensioni di via Galvani non consentono il doppio senso di circolazione contemporaneamente al mantenimento della sosta in carreggiata». Caso chiuso? Al contrarissimo Speroni, che ha minacciato di non farsi più vedere in sezione della Lega, Loschiavo però lancia un amo: «Spero che il Pums possa consentire in via Galvani il doppio senso di circolazione per le biciclette». Richiesta specifica dell’ex segretario del Carroccio.

Avanti tutta col senso unico

Le critiche di un padre nobile del centrodestra bustocco come Francesco Enrico Speroni – che al di là degli imbarazzi creati in seno alla Lega e a qualche isolato sostegno sottotraccia incassato tra i consiglieri di maggioranza, è stato difeso pubblicamente da uno storico rappresentante del Pd come Walter Picco Bellazzi – non hanno fatto cambiare idea alla giunta, che ieri, 9 agosto, si è riunita via Skype per approfondire la questione, scoprendo che la delibera dell’esecutivo che istituiva il senso unico in via Galvani – e la relativa ordinanza – risalgono addirittura al 2018, quando l’assessorato alla viabilità era retto dall’allora leghista Massimo Rogora e quando Francesco Speroni era segretario cittadino del Carroccio. «All’epoca i partiti e la giunta sicuramente si sono parlati» fa notare l’assessore Loschiavo, che non entra in polemica con l’esponente leghista. E allora, avanti tutta: dal 28 agosto via Galvani sarà a senso unico.

Loschiavo chiarisce

«La realizzazione del senso unico su via Galvani non è una decisione presa a random, a casaccio, senza programmazione – chiarisce l’assessore alla mobilità Salvatore Loschiavo – invece, è decisione sacrosanta oltre che necessaria, da tanto tempo giacente in qualche cassetto e che questa amministrazione ha ritenuto di porre finalmente in essere». L’assessore ricorda infatti «la genesi» di questo provvedimento, che è «semplice e chiara». E parte da lontano, come snocciola Loschiavo: «Dal Piano urbano del traffico (PUT), strumento tecnico di programmazione di cui la nostra Città dispone fin dal lontano 2010, aggiornato da ultimo nel 2021, liberamente consultabile sul sito web del Comune. Il PUT, approvato dal Consiglio Comunale il lontano 1° giugno 2010 – suscita ilarità che alcuni, che sui social ne lamentano la mancanza, in quella data sedevano in consiglio comunale e deliberavano in merito – e aggiornato con nuova deliberazione del Consiglio Comunale il 21 Luglio 2021, rappresenta per l’appunto la cornice programmatica, redatta da tecnici incaricati dal Comune, che, sulla base delle indicazioni politiche ricevute, hanno cercato di dare prescrizioni chiare proprio per conseguire il miglioramento delle condizioni della circolazione e della sicurezza stradale, la riduzione dell’inquinamento acustico ed atmosferico e il contenimento dei consumi energetici, nel rispetto dei valori ambientali e coordinato con tutti gli strumenti urbanistici esistenti. Sulla base delle prescrizioni e dei suggerimenti contenuti nel PUT (ma anche delle regole nazionali contenute nel Codice della Strada e negli allegati a quest’ultimo), tenuto conto delle caratteristiche di alcune strade, la Giunta cittadina, in data 27 Luglio 2018, adottava alcuni provvedimenti viabilistici, tra cui, in via Galvani, la “istituzione del senso unico di marcia tratto tra via Isonzo e Corso Italia con transitabilità consentita verso Corso Italia, in modo da risolvere un’oggettiva impossibilità di mantenimento del doppio senso di circolazione e della sosta su almeno un lato della sede stradale in rapporto alle dimensioni della carreggiata (fluidità della circolazione garantita dall’anello rotatorio con la via Bellini)”».

Le regole Vs la bindella

Loschiavo fa notare che «il criterio corretto da seguire, infatti, non è quello empirico della bindella» (e fa riferimento a Bellazzi che afferma “Mi sembra che via Galvani sia una strada assolutamente percorribile da due macchine in senso opposto”), «ma il rispetto delle regole tecniche e di legge dettate dalla normativa nazionale (Codice della strada) e dal PUT, che, per il caso che ci occupa, non consentono il doppio senso di circolazione contemporaneamente al mantenimento della sosta in carreggiata per strade aventi le caratteristiche (misure) di via Galvani. La legge, dunque, e non il caso». L’assessore prosegue: «Tanto che alla delibera di giunta seguiva, in data 31 Agosto 2018, l’Ordinanza dirigenziale che ne disponeva l’esecuzione. Tutt’altro, dunque, che una decisione presa a random, a casaccio, senza programmazione e via di seguito. Mi sarei aspettato semmai un’osservazione e degli interrogativi diversi e, infatti, i cittadini che hanno partecipato agli incontri per il PUMS, specialmente al primo al Museo del Tessile, hanno chiesto: come mai non viene realizzato il senso unico in via Galvani, sebbene risulti già istituito dal lontano 2018? L’unica risposta valida, seria, concreta e, soprattutto, rispettosa dei cittadini era (ed è) quella di dare finalmente realizzazione ad un provvedimento istitutivo giacente da diversi anni e ancora oggi avvalorato nella sua bontà da una microincidentalità diffusa».

Il caso politico

Fin qui le precisazioni tecniche. Ma l’assessore Loschiavo non si tira indietro nemmeno dal rispondere alle critiche politiche. «Se è stranota l’avversione ai sensi unici del già ministro Francesco Speroni, mai celata ed anzi sempre apertamente dichiarata, trovo singolare e, per certi versi, paradossale (o forse strumentale) la convergenza di Picco Bellazzi» sottolinea l’esponente della Lista Antonelli. «Ogni critica è legittima, per carità, ma di certo non si può accusare questa amministrazione di mancanza di programmazione nel settore della mobilità, come del resto negli altri settori di azione – aggiunge Salvatore Loschiavo – non si può reclamare la redazione di un PUT (anche qui, una contro-frecciata a Picco Bellazzi, ndr), che esiste già e da diverso tempo, e non rendersi conto che è in corso il percorso di adozione del PUMS: o si è troppo distratti o si è in mala fede! Questa amministrazione è così attenta alla programmazione che ha deciso volontariamente (l’obbligo di legge, infatti, esiste solo per i Comuni con più di 100.000 abitanti) di dotarsi di un Piano Urbano della mobilità sostenibile, non mero documento tecnico ma documento strategico, con l’ambizione di disegnare la città dei prossimi dieci anni, quanti sono gli anni di vigenza del piano. E con l’ambizione di andare oltre la viabilità, ridisegnando lo spazio pubblico per restituirlo ad una pluralità di usi, nel solco delle migliori tesi urbanistiche oggi in voga. E per questa via, spero vivamente che diventi realtà l’auspicio dell’amico Speroni e, cioè, di arrivare davvero alla creazione dello “spazio condiviso”, di cui il doppio senso per le biciclette (nei sensi unici per le automobili) è solo una forma e un aspetto».

Carota e bastone

Se per Speroni c’è la “carota”, per il Dem Picco Bellazzi solo il “bastone”, ovviamente figurato. «Trovo una grave caduta di stile dare degli incapaci ai decisori politici, senza però entrare “nel merito delle scelte viabilistiche”. E sulla base di cosa, allora? Delle simpatie? – ribatte duro Loschiavo – così come trovo davvero fuori luogo parlare di “caminetti”. La realizzazione di un senso unico, almeno quello attuale su via Galvani, è un mero atto tecnico, che segue l’atto politico istitutivo del lontano 2010-2018. Per di più, è un atto dirigenziale, neppure dell’assessore. All’epoca i partiti e la giunta sicuramente si sono parlati, tanto da arrivare ad una delibera di Consiglio Comunale ed una di Giunta. Oggi, i tecnici credo che si incontrino negli studi professionali davanti ai tavoli da disegno e non davanti ai caminetti. E se avessero necessità di caminetti, credo non farebbero fatica ad individuarne di belli in zona Santa Maria. Mi auguro che la politica torni a parlare di Politica, quella con la “p” maiuscola, e si concentri su temi di ben altro respiro. Ne cito solo alcuni, per restare in ambito: il PUMS, per esempio, il percorso dell’Intelligent Cities Challenge (ICC) con la Commissione europea, la metropolitana leggera. In questo senso, davvero, ci troviamo in un senso unico e tornare indietro sarebbe sbagliato. Per i nostri figli, per i cittadini e la Città, non per i caminetti».

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