Busto onora i deportati della Comerio. Antonelli: «Loro lottavano per la libertà»

BUSTO ARSIZIO – «Chissà cosa potrebbero dire queste persone di fronte a quella che, per chi rispetta le regole, è una “semplice” pandemia. Loro hanno seguito la regola della libertà, per la quale “tutti diedero senza nulla chiedere”». Con queste parole il sindaco Emanuele Antonelli ha ricordato il sacrificio dei deportati della commissione interna della “Comerio Ercole”, a 78 anni dal rastrellamento nazifascista nei confronti dei lavoratori accusati di aver fomentato uno sciopero. Era il 10 gennaio 1944, e con il suo discorso il sindaco sembra fare riferimento a quei cori “Libertà, libertà” che ormai da mesi accompagnano i sabati pomeriggio in centro a Busto, in occasione delle ormai abituali adunate dei No Green Pass (anche ieri pomeriggio, 15 gennaio).

La commemorazione

Un esempio, dunque, da non dimenticare. E Busto Arsizio sabato 15 gennaio, a mezzogiorno, si è ritrovata, pur con tutte le precauzioni per l’emergenza sanitaria, di fronte alla lapide che ricorda quegli eventi, al parco Comerio. Onorando il sacrificio di Vittorio Arconti, Arturo Cucchetti, Ambrogio Gallazzi e Alvise Mazzon (deportati a Mauthausen e mai tornati a casa), oltre che dei lavoratori che hanno perso la vita per la libertà, i partigiani Giovanni Ballarati, Luigi Caimi, Rodolfo Mara, Bruno Raimondi e Mario Vago. Anche se per il secondo anno consecutivo, a causa della pandemia, la commemorazione è “dimezzata”: niente conferenza né spettacolo teatrale curato dai ragazzi delle scuole superiori.

L’importanza della memoria

Il ricordo di quella tragedia, rimarca Natale Pargoletti, storico rappresentante dei lavoratori della “Comerio Ercole”, è «un patrimonio dell’intera cittadinanza». La promessa, ribadita anche da Giorgio Baggio, delle RSU Comerio, è di «dare più lustro e risalto l’anno prossimo alla manifestazione» anche con l’aiuto dei ragazzi delle scuole superiori. «Attraverso la memoria possiamo evitare la ripetizione degli errori» sostiene Luigi Rusca dell’associazione Mazziniani di Gallarate. Il presidente dell’ANPI di Busto Liberto Losa sottolinea il ruolo di quegli «scioperi politici», come quello alla Comerio, «per rivendicare libertà e la fine della dittatura e dell’occupazione che hanno contribuito alla Resistenza».

I presenti

«Era giusto fare questa semplice manifestazione perché non bisogna assolutamente dimenticare», ha detto il sindaco Emanuele Antonelli, affiancato da alcuni primi cittadini del territorio. Alla cerimonia, promossa dall’amministrazione comunale insieme alla direzione e alle Rappresentanze sindacali unitarie della Comerio Ercole s.p.a. e all’associazione “Noi della Comerio Ercole 1885”, erano presenti anche la presidente del Consiglio comunale Laura Rogora, gli assessori Daniela Cinzia Cerana, Salvatore Loschiavo e Maurizio Artusa, alcuni consiglieri comunali di maggioranza e opposizione vie i rappresentanti delle associazioni che si dedicano alla valorizzazione della memoria, oltre a Riccardo Comerio che oggi guida l’azienda “Comerio Ercole”. In memoria di uno dei deportati, Vittorio Arconti, è stata realizzata una “pietra d’inciampo” grazie all’impegno di Anpi e Associazione Mazziniana di Gallarate, città dove risiedeva l’operaio ucciso dai nazisti.

busto arsizio comerio ercole deportati – MALPENSA24