Busto patria del “Carmagnola” di Manzoni: anteprima per la rilettura del Sociale

Rossella Rapisarda e Alberto Oliva con al centro Manuela Maffioli

BUSTO ARSIZIO – Il “Carmagnola” torna in scena al teatro Sociale a quasi quarant’anni di distanza dall’allestimento curato da Delia Cajelli, che tra l’altro vedeva tra gli attori i giovanissimi Giacomo Poretti e Marina Massironi. «Due su cinque nella storia, fanno di Busto Arsizio una “patria” degli allestimenti dell’opera del Manzoni». Una «sfida» per il regista Alberto Oliva, per una tragedia da riscoprire «con una chiave d’attualità». E «da rileggere in età adulta», come suggerisce la vicesindaco e assessore alla cultura Manuela Maffioli.

Il “progetto Carmagnola”

Lo spettacolo che va in scena giovedì 11 maggio nella sala di piazza Plebiscito è l’«atto principale del progetto Carmagnola» curato da Alberto Oliva e già entrato nel vivo a marzo con una mattinata di studi dedicata alla tragedia manzoniana, ma anche l’«atto centrale del progetto Scenaperta». Un percorso iniziato a ottobre coinvolgendo le scuole, in primis il liceo Candiani con la prof. Recupero, per la realizzazione della locandina e del bozzetto delle scenografie. Da queste iniziative, annuncia Oliva, «nascerà un libro di Jaca Book in cui racconteremo la riscoperta del Carmagnola che nella storia vanta pochissimi allestimenti dopo quelli di epoca manzoniana. Quello di Delia Cajelli del 1984-85, uno al Piccolo Teatro negli anni ’90 e il nostro ora».

“IL CONTE DI CARMAGNOLA” DI DELIA CAJELLI (dalle Teche Rai)

La sfida culturale

Una sfida, dunque, che la vicesindaco e assessore alla cultura Manuela Maffioli si sente di rivendicare a pieno titolo nel solco di «tutta l’offerta culturale di Busto che prova ad affrancarsi dagli stereotipi», citando gli esempi dell’omaggio a Leonardo attraverso i telai e di quello a Raffaello con lo sguardo di Giuseppe Bossi, «non per “bustocchizzare” i temi ma perché dei bustocchi illustri hanno avuto un ruolo importante nel panorama culturale nazionale». Ora l’appello, in occasione del programma di eventi dell’anno manzoniano, è rivolto al pubblico adulto: «Un messaggio a chi tende a bypassare Manzoni circoscrivendolo agli anni scolastici – sottolinea l’assessore – ritengo vada recuperato in età adulta perché tematiche, messaggi e impianto narrativo si riscoprono e si rileggono con sguardo diverso da parte di chi ha maturato un’esperienza di vita».

L’allestimento

«Nell’anno manzoniano riscopriamo un Manzoni meno conosciuto ma straordinario – annuncia il regista del “Carmagnola” – una tragedia interpretata da un punto di vista femminile attraverso un’attrice, una scelta innovativa contro gli stereotipi di genere e contro la guerra, tema che, grazie alla drammaturgia di Bruno Stori, viene incrociato con il testo dello psicanalista James Hillman che analizza l’amore dell’essere umano per la guerra. Ma non è un polpettone, è uno spettacolo di un’ora molto divertente e appassionante». La protagonista in scena è l’attrice Rossella Rapisarda: «Un’esperienza forte e interessante che speriamo di trasmettere al pubblico. È stato complesso sottolineare con le parole e la musica una luce nell’inferno. L’arte è il mezzo per non sentire il richiamo della guerra». La produzione è di Scenaperta ma pensata appositamente per il teatro Sociale: l’obiettivo, dichiarato da Carlo Grassi, è la «riscoperta in chiave diversa, il più fruibile e attualizzata possibile, dei classici, per portare gli studenti a teatro anche la sera».

busto arsizio carmagnola sociale – MALPENSA24