BUSTO ARSIZIO – Altri bastoni tra le ruote per il sottopasso di Sant’Anna. Lo smaltimento dell’amianto rischia di essere un salasso, in termini economici ma anche di rallentamento del cantiere, e sulla «devastazione dei 7500 metri quadrati di bosco» in fondo a via Sacro Monte arriva un esposto in Procura dei Verdi di Busto, che contestano il mancato rispetto della direttiva europea sulla fauna selvatica. Eppure, per un’opera che attende di vedere la luce da 15 anni, da quando Busto portò a casa il finanziamento statale da 2,85 milioni di euro, si tratta solo degli ennesimi ostacoli.
L’amianto: un salasso
Il problema della bonifica dall’amianto dell’area interessata dal cantiere del sottopasso è il primo grattacapo che è emerso non appena le ruspe si sono presentate a Busto. Palazzo Gilardoni ha ordinato approfonditi «accertamenti» per la classificazione dei materiali rinvenuti nel sottobosco dell’area rasa al suolo per fare posto al cantiere. Si attende la relazione definitiva dell’impresa incaricata dei campionamenti, ma pare che il salasso per lo smaltimento dell’amianto rinvenuto nel terreno potrebbe ammontare anche ad alcune centinaia di migliaia di euro. Costi su cui il Comune teoricamente si potrebbe rivalere, se mai si dovesse scoprire chi ha (sistematicamente) contaminato l’area con gli scarti di eternit, ma che in realtà finirebbero per pesare sul quadro economico dell’opera, che andrà ancora rivisto. Senza contare il tempo che si perderà per la bonifica dell’area.