Busto diventa la città dei supermercati : previsti quattro nuovi insediamenti

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BUSTO ARSIZIO – Era la città che aveva eretto barriere ai supermercati. Per anni Busto Arsizio ha bloccato la grande distribuzione ai suoi confini : dappertutto, ma non qui. Scelta improvvida e anche un po’miope : i centri commerciali hanno finito per assediare Busto, sui territori dei Comuni contigui, Gallarate, Olgiate Olona, Castellanza. Da qualche tempo il vento è cambiato, leggi regionali più permissive, norme urbanistiche meno rigide e amministrazioni civiche di manica più larga hanno imposto un cambio di tendenza. Al punto che i supermercati sono proliferati e stanno ancora proliferando. Tre i brand che hanno da poco aperto i loro grandi magazzini: Coop, Tigros, Lidl, marchi di prestigio appartenenti a catene regionali e nazionali. Intanto, a Palazzo Gilardoni sono state depositate ben quattro richieste di nuovi punti vendita, uno di dimensioni ragguardevoli, gli altri di media dimensione.

Il più importante è ipotizzato alla ex Mizar di Beata Giuliana. Nei 70mila metri quadrati che si vogliono recuperare con una multisala cinematografica, spazi per la logistica e il terziario. Lì sono previsti 2500 metri per il settore food. Un’ipotesi, certo, ancora al vaglio degli operatori e della stessa amministrazione civica, ma anche un intervento che si inserirà nella striscia dei grandi centri commerciali della vicina Gallarate.

Punti vendita di quartiere

Più contenute le altre tre proposte, tra i 1000 e i 1500 metri di superficie, in buona sostanza supermercati di quartiere. Sono progettati nel vecchio opificio Randi di via Magenta, all’angolo tra via Palestro e via Montello e, infine, in piazzale Crespi. Interventi che in qualche modo cambieranno gli equilibri commerciali e urbanistici della città. Anche per questo è scontato che gli operatori dovranno offrire contropartite pubbliche, standard non da monetizzare ma, ad esempio, da concretizzare con il riordino della viabilità circostante se non con interventi a beneficio della collettività, come è già accaduto in altre simili occasioni.

Il rischio è di saturare Busto Arsizio con questo tipo di insediamenti. Ma pare che non ci sia questo pericolo : secondo l’amministrazione civica i parametri tra abitanti e superfici commerciali sono ancora abbondantemente al di sotto del fabbisogno. Con buona pace dei negozi tradizionali, naturalmente.

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