Busto, Borri polifunzionale con spazi per la moda e gli studenti: idea di Italia Viva

BUSTO ARSIZIO – Impresa, formazione e cultura: Italia Viva vede «un centro polifunzionale» nel futuro dell’ex calzaturificio Borri, tornato prepotentemente d’attualità con la sfida della progettazione del recupero dell’immobile comunale nell’ambito dei bandi sulla rigenerazione urbana. Spazi espositivi per gli archivi dei grandi stilisti e per sfilate e meeting nell’ambito della Settimana della Moda di Milano, ma anche spazi per lo smart working e per gli studenti, con aule studio e una mensa: sono queste le idee dei “renziani” di Busto Arsizio per il riutilizzo dello storico fabbricato industriale. Con l’ambizione di pensare in grande.

La proposta

Italia Viva Busto Arsizio presenta una proposta per ridare vita al Calzaturificio Borri: «Ripensare a questo spazio deve passare da una proposta che tenda a sviluppare delle attività che possano rilanciare la città dal punto di vista territoriale, non solamente a livello locale, ma regionale, nazionale – sostengono i coordinatori di IV Davide Boniotti (nella foto) e Giuseppina Lanza – il recupero dell’edificio è importante, ma prima serve concretizzarne i contenuti che poi diverranno l’energia che automaticamente lo autoalimenterà e lo sosterrà». La proposta dei “renziani” è di collocare al Borri un centro polifunzionale delle attività ludiche, culturali, formative pre e post diploma, in collaborazione anche con istituti universitari nazionali ed esteri. «Quale migliore occasione per riportare a vivere l’edificio di archeologia industriale che per circa 100 anni, ha dato alla città prosperità e migliorato la qualità della vita di Busto Arsizio?»

Il centro polifunzionale

Impresa, cultura e formazione sono gli assi su cui costruire il futuro dell’immobile che si affaccia su viale Duca d’Aosta. Italia Viva propone che il Calzaturificio Borri «divenga ad esempio sede museale e di consultazione degli archivi di personaggi che hanno fatto la storia della moda italiana nel mondo. Molti stilisti importanti sono proprio del territorio lombardo, dell’Alto milanese e varesino». A questo si aggiungono l’arte calzaturiera e dei pellai e la storia tessile serica e cotoniera, peraltro già celebrata in città dal Museo del Tessile e della tradizione industriale. «Busto Arsizio, la Manchester d’Italia, è al centro delle attività sparse nei vari distretti ed è indiscutibilmente una città che grazie ai suoi istituti scolastici superiori, registra un elevato numero di studenti provenienti da tutto il territorio limitrofo, sia della provincia di Varese che di Milano – sottolineano i coordinatori di Italia Viva – inoltre sarebbe perfetto inserire spazi per attività di smart working, sale conferenze, aule studio e magari un servizio mensa per gli studenti che nel pomeriggio si fermano per usufruire dei corsi di recupero o le attività extracurriculari. Il tutto da coordinarsi insieme ai vari istituti della città sia pubblici che privati, di indiscussa qualità. Servizi sempre più richiesti e indispensabili per far crescere il livello di formazione e istruzione per tutti».

La settimana della Moda

Italia Viva pensa a che il Borri potrà ospitare «eventi al seguito della settimana della moda milanese, con sfilate e meeting che coinvolgano anche i vari ambiti della manifattura lombarda, eccellenza indiscussa a livello globale». Insomma, un «modello di sviluppo socio economico, che la città di Busto ha la portata di attuare per essere veramente l’aggregatore pubblico del territorio». Riconquistare la leadership, dunque, sulla scorta delle idee di «Adriano Olivetti che diceva che “tra i ruoli del mondo industriale, dovrebbe sempre esserci anche quello di fare cultura” – la chiosa nella nota di IV – oggi la politica, forse dovrà iniziare ad occuparsene seriamente: noi le idee chiare, e non solo, le abbiamo».

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