L’ultimo messaggio di Vavassori dal fronte ucraino: «Hanno cercato di accoltellarmi a Kiev»

busto vavavssori guerra ucraina

BUSTO ARSIZIO – «Hanno cercato di accoltellarmi a Kiev, ma gli è andata male. Sto bene». Dopo una settimana di silenzio Ivan Luca Vavassori torna a comunicare. Il 29enne, ex calciatore, figlio di Pietro Vavassori, titolare dell’Italsempione e sino al 2015 patron della Pro Patria, e Alessandra Sgarella, rapita dalla ‘ndrangheta nel 1997 e rilasciata 9 mesi dopo a Locri.

Silenzio social

Il 26 febbraio, due giorni dopo l’inizio dell’invasione russa in Ucraina, Vavassori era partito andare a combattere come foreign fighter al fianco delle milizie di Kiev. Per giorni su Tik Tok il 29enne aveva documentato la situazione al fronte ucraino. Sino ad annunciare un’azione oltre le linee russe. Poi il silenzio durato una settimana. Sino ad una nuova comunicazione, con la quale rassicurava tutti sulle sue condizioni, annunciando che «Per la mia sicurezza butterò il cellulare, e non pubblicherò più niente sui vari social per un lungo periodo. Alla mia famiglia e agli amici dico che starò bene. State tranquilli. E se mi dovesse succedere qualcosa, c’è chi informerà tutti tramite i social. Vi chiedo di essere forti come lo sono io».

Slava Ukraini

Vavassori ha pubblicato anche foto di donne e bambini morti sottolineando che è nel salvare vite la sua volontà di combattere al fianco del popolo ucraino. Il 29enne è nato in Russia (fu adottato all’età di 5 anni) e per questo precisa: «Essere nato in uno Stato non significa farne parte. Sono nato in Russia ma non sono russo. Io combatto con le forze armate ucraine».

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