Caliendo: «Forza Italia non bluffa. O un nostro candidato sindaco o da soli»

caliendo taldone
Giacomo Caliendo (in primo piano) e Giuseppe Taldone

VARESE – «Io sono stato chiaro. Fin dall’inizio. Forza Italia chiede di avere un candidato sindaco in una delle grandi città al voto. L’ho ribadito anche all’ultimo vertice provinciale. Chi pensa che stiamo bluffando si sbaglia». Parole del senatore e commissario provinciale di Forza Italia Giacomo Caliendo, il quale specifica che «rispetto a quanto detto al tavolo politico di una settimana fa non ci sono novità» e considera: «Anche se devo dire che non sono contento del fatto che manca la volontà di ricercare e trovare una soluzione che possa garantire al centrodestra un percorso più facile in vista dell’ormai prossima campagna elettorale».

Senatore Caliendo, sul tavolo provinciale del centrodestra nulla si smuove e tutto si complica. Nonostante Roberto Maroni abbia riconfermato la sua candidatura. Quindi? 
«Vediamo cosa accade tra una settimana, quando ci ritroveremo con il provinciale. Dopo l’incontro di sabato (11 aprile) ho avuto una serie di impegni a Roma. Ma da Varese non mi sono arrivate novità. Io però sono stato chiaro nell’ultimo summit».

Si sa. Forza Italia chiede di poter esprimere un candidato sindaco tra Varese, Gallarate e Busto. Ma Lega e Fratelli d’Italia sembrano essere sordi a questa richiesta. Un braccio di ferro in cui il centrodestra rischia di farsi male. Non crede?
«Voglio chiarire un punto. Forza Italia ha sempre detto di voler essere fedele all’alleanza di centrodestra. E l’abbiamo dimostrato. Anche alle ultime elezioni. In particolare in quelle realtà (Luino e Origgio ndr) in cui gli accordi sono stati messi in discussione dalle prese di posizione delle Lega. Si sono consumate rotture, che non hanno avuto ripercussioni sulla coalizione negli altri Comuni. Insomma in politica la coerenza è un valore, che fa parte del dna del nostro partito».

Ragionamento questo che apre una breccia sulla corsa solitaria di Forza Italia. E’ così? 
«Ragionamento che non prescinde dalla convinzione di fedeltà al centrodestra. Nemmeno qualora si dovesse correre separati al primo turno in qualche realtà dove non è stato possibile trovare un’intesa che soddisfi la nostra posizione. Ciò significa, l’ho sempre detto, che al primo turno ognuno “tirerà acqua” al mulino del proprio partito. Ma al ballottaggio non è discussione il sostegno al candidato del centrodestra».

Correre divisi in un grande Comune sarebbe clamoroso per un centrodestra che per anni e salvo eccezioni ha sempre dominato. Insomma, con tutto il rispetto per Luino e Origgio, qui si sta parlando di Varese, Busto e Gallarate. Il peso politico di eventuali scelte ci sembra be differente, non pensa? 
«Io sono attento ai rapporti con Lega e Fratelli d’Italia. Però è doveroso trovare una soluzione che preservi l’unità, ma anche la rappresentatività di tutte le componenti. Nell’ultimo incontro i nostri alleati hanno parlato di presidenza della provincia, di pozioni da vicesindaco e assessorati per compensare la nostra richiesta. Ma la questione è un’altra e noi non intendiamo rompere anche in caso di corsa solitaria».

Che si potrebbe a questo punto verificare a Gallarate o a Busto. O forse in entrambe le città visto che a Varese Forza Italia ha ribadito di sostenere Maroni.
«Voglio ricordare che quando Maroni ha detto di volersi candidare l’ho chiamato personalmente per dirgli che Forza Italia l’avrebbe sostenuto. Detto questo la linea politica provinciale si basa anche sulle indicazioni che arrivano dalle sezioni locali di Forza Italia. Non è un bluff, piuttosto un ragionamento che nasce dalla base ed è stato condiviso e mutuato dal provinciale».

Quindi non è un caso che il partito, a Gallarate e a Busto, stia lavorando per allargare il perimetro forzista coinvolgendo gruppi e realtà moderate o di area ex Forza Italia? 
«Calma. Non abbiamo fatto e non stiamo facendo alcun accordo politico. Si tratta di normali interlocuzioni nel perimetro dell’area dei moderati. Prima di tutto dobbiamo definire la posizione di Forza Italia con Lega e Fratelli d’Italia».

Dopo di che dovrete anche prendere una posizione con il gruppo di Agorà. Preclusioni? 
«Alt. Agorà non è un partito. Mi risulta fosse un’associazione culturale. Vogliono dare vita a un movimento civico? Non lo so e non ho ancora capito chi sono e cosa sono. Quando lo diranno e lo capiremo vedremo se e come confrontarci».

LEGGI ANCHE:

Voci, balle e sciocchezze. E una conferma: Maroni c’è