Candidati, Lega e Fratelli d’Italia tengono duro. Forza Italia pure

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VARESE – Lega e Fratelli d’Italia tengono duro sui candidati messi in campo a Busto e Gallarate. Ma Forza Italia non molla. E ribadisce di voler una candidatura in quota al partito di Berlusconi in una delle tre grandi città al voto in provincia di Varese. Insomma, tre ore e passa di summit del centrodestra (riunitosi a distanza nel pomeriggio di oggi, sabato 10 aprile) per uscire con un nulla di fatto. Su Busto, Gallarate e Varese. Perché per quanto riguarda i 32 Comuni minori al voto a ottobre nel Varesotto la coalizione di centrodestra ha di fatto ormai chiuso quasi tutti gli accordi. Se si escludono Cislago e Castellanza. Ma andiamo con ordine.

Lega e Fratelli d’Italia non arretrano

«Dipendesse da Lega e Fratelli d’Italia la cosa sarebbe già risolta. A oggi lo stallo è dovuto a Forza Italia che chiede di poter avere un candidato in una delle grandi città al voto. Tutto comprensibile – dice il commissario provinciale della Lega Stefano Gualandris – ma una cosa è chiara: non possono chiedere alla Lega di fare un passo indietro a Gallarate su Cassani». Come, lo si deduce dalla situazione bloccata, non ci sono spazi per i forzisti neppure su Busto, dove Andrea Pellicini, presidente provinciale del partito della Meloni, continua a difendere il bis di Emanuele Antonelli. Fuori dai giochi anche Varese, perché qui c’è la candidatura di Roberto Maroni, nome che ha coagulato tutte le forze politiche del centrodestra.

Insomma, gira e rigira la sostanza non cambia e Forza Italia non trova quel pertugio dove mettere il proprio candidato e vedere riconosciute le proprie posizioni politiche. I berluscones vorrebbero intestarsi la candidatura in una grande città, Lega e Fratelli d’Italia si dicono comprensivi a parole, ma poi chiudono ogni porta con le ricandidature degli uscenti. Prassi (non regola scritta) che in genere viene seguita.

Primarie? No grazie

Ci sarebbero le primarie. Proposte da Forza Italia e da Raffaele Cattaneo. Soluzione che, a Busto, cinque anni fa tolse le castagne dal fuoco a un centrodestra spaccato sulla candidatura a sindaco. «Perché non farle?», chiede Forza Italia. Trovando un “niet” secco dalla Lega, la quale vede nel meccanismo il pericolo di indebolire i sindaci uscenti. La realtà però è che soprattutto per Lega e Fratelli d’Italia le primarie potrebbero essere un trappolone. Insomma meglio evitare.

Come se ne esce?

Questo è il problema. Perché al momento, pur con posizioni opposte, il clima nel centrodestra provinciale è ancora abbastanza disteso. Certo non mancano fibrillazioni qua e là, ma i vertici tengono duro ed evitano di alimentare ogni frizione. Anche se, racconta qualcuno, nel summit di oggi le posizioni si sono ulteriormente irrigidite. Forza Italia è arrivata al summit del centrodestra dopo una riunione di partito in mattinata. Durante la quale è stata ribadita la linea della fermezza sulla richiesta di un candidato. Soprattutto da parte del senatore e commissario Giacomo Caliendo. Mettendo così a tacere la flebile voce di chi ha iniziato a dare segni di cedimento.

Il summit provinciale si aggiornerà così tra 15 giorni. «Con la speranza – ha concluso Gualandris – che Forza Italia abbia trovato il modo di sbloccare la situazione. Noi ribadiamo le nostra linea. Credo che solo nel momento in cui Forza Italia metta sul tavolo candidature “fuoriclasse”, ovvero per intenderci dello stesso peso e superiori a Roberto Maroni, si potrebbe pensare di sbloccare la trattativa. Ma al momento di nomi non ne hanno fatti».

Piccoli Comuni: tutto a posto tranne Castellanza e Cislago

Quando il discorso vira sui piccoli Comuni al voto (che sono 32 e che hanno occupato buona parte del summit) tutte le tensioni scompaiono. Di fatto il centrodestra si è trovato in piena sintonia su ogni situazioni. Ne rimangono aperte due e per diversi motivi: Cislago e Castellanza.

Cislago, dove la giunta ha chiuso il mandato con qualche mese di anticipo e dove il centrodestra ha fatto “crac”. Qui i provinciali hanno ribadito la volontà di trovare il modo per andare uniti. Il che vuol dire superare le tensioni che hanno portato alla chiusura di mandato in anticipo. «Vero – ha spiegato Gualandris – a Cislago ci sono problemi di natura personale da superare. Ma la veduta d’intenti è unitaria».

Castellanza invece è una partita ancora tutta aperta. Nel senso che al momento nessun partito di centrodestra ha messo sul tavolo il candidato. Anche se, in forma più o meno ufficiale, Lega e Fratelli d’Italia hanno fatto sapere di volere un proprio uomo. In realtà ci sono già anche i papabili. Ma rimangono coperti.

E non è nemmeno un caso che dei piccoli siano rimasti aperti Cisalgo e Castellanza due realtà sulla cui scena politica c’è Luciano Lista. A Cislago in qualità di (ex) consigliere di Fratelli d’Italia e a Castellanza nel ruolo di presidente del circolo locale dei meloniani.