Musulmani in preghiera a Cardano per la fine del Ramadan. Ma senza festa comune

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CARDANO AL CAMPO – Oltre 500 musulmani si sono radunati oggi, 13 maggio, al Ciglione di Cardano al Campo per festeggiare la rottura del digiuno, la Eid al Fitr. Si tratta della seconda celebrazione religiosa più importante della cultura islamica, quella che segna la fine del Ramadan. Al punto che nemmeno le restrizioni anti-Covid hanno impedito ai fedeli di organizzarsi con tutte le precauzioni del caso. Nessun banchetto, nessun contatto: alla festa in comunità si può anche rinunciare. Alla preghiera invece no: persone di almeno quindici nazionalità differenti si sono riunite per omaggiare Allah in un momento di raccoglimento, chiamato Salat al-Fajr, guidati dalla voce dell’Imam durante la lettura dei testi sacri.

Più etnie, un solo credo

A organizzare e gestire l’evento è stata la comunità musulmana gallaratese Il Faro. «Ci siamo dovuti arrangiare in uno spazio aperto, che potesse ospitare tutti i fedeli per la preghiera», ha detto il presidente dell’associazione Abdul Jabbar, anche lui in prima linea per accogliere la gente, misurare la febbre e smistarle con la dovuta distanza. Persone provenienti da ogni Paese, come Pakistan, Senegal, Marocco, Bangladesh, Ghana, Benin e Tunisia. Solo per citarne alcuni. Ma anche Italia, come un uomo che nove anni fa si è convertito all’Islam prendendo in sposa una donna marocchina. Insomma, una grande comunità, che include più etnie e un unico credo.
La differenza, rispetto agli anni passati, è stata la rinuncia al festeggiamento vero e proprio. «In genere – ha aggiunto Abdul Jabbar – dopo la preghiera ci riuniamo per mangiare insieme e stare in compagnia. Invece ci limiteremo a pranzare con le nostre famiglie e al limite con gli amici più stretti».

Ora la festa del Sacrificio

Ora lo sguardo è rivolto alla prossima festività, la più importante: la festa del Sacrificio, o meglio la Eid al Adha. Una ricorrenza per celebrare il sacrificio di Ismaele, figlio di Abramo, che secondo il Corano (ma anche secondo la Bibbia) doveva essere immolato dal padre. E invece, all’ultimo istante, venne graziato da Allah, che diede la possibilità ad Abramo di uccidere al suo posto un agnello. Per questo motivo nei Paesi islamici si usa sacrificare un montone per poi offrirne la carne ai bisognosi. «Sarà tra un paio di mesi», ha aggiunto il vicepresidente della comunità Mohamed El Youbi. «Speriamo che si possa fare un evento con qualche libertà in più, per evitare di dover escludere fedeli che invece vorrebbero partecipare». Il riferimento, in particolare, va a donne e bambini, anche oggi presenti in quantità estremamente ridotta per scongiurare assembramenti e garantire la sicurezza.

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La comunità a Cardano

Nel frattempo, presidente e vice hanno colto l’occasione per ringraziare l’amministrazione del sindaco Maurizio Colombo e il Crossdromo del Ciglione per aver permesso di festeggiare la rottura del digiuno. Infatti, da anni ormai i musulmani hanno trovato in Cardano una comunità aperta in merito alla libertà di culto e al dialogo interreligioso. Prima con il Pd e ora con la Lega in maggioranza, il Comune non ha mai frapposto ostacoli. Già nel 2015 era stato messo a disposizione dei credenti il palazzetto di via Carreggia per la Festa del Sacrificio, mentre dal 2017 la tensostruttura del centro sportivo Le Biolle ospita la preghiera serale del Ramadan per l’intero mese lunare. Anche se, per ovvie ragioni, quest’anno il Covid non lo ha consentito.

Festa di fine Ramadan, attesi 500 musulmani al Ciglione di Cardano

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