Caso RSA, i dati di ATS Insubria: solo 30 decessi. «E tante strutture Covid free»

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VARESE – Sul territorio dell’ATS Insubria c’è «un elevato numero di RSA Covid-free», mentre i decessi registrati su oltre diecimila ospiti delle case di ricovero monitorate sono 30, pari allo 0,3%. Lo afferma l’Agenzia di tutela della salute che sovrintende sul territorio della provincia di Varese, oltre che  della provincia di Como. Rendendo pubblica, dopo diverse sollecitazioni e polemiche, una lunga nota sull’«attività di gestione dell’emergenza Covid in atto, condotta in stretto raccordo con la DG Welfare di Regione Lombardia, le Prefetture, i Sindaci, i Medici di Medicina Generale, le Associazioni, le ASST del territorio, la Protezione Civile».

Criticità e attenzione

«Sono state molte le criticità affrontate, giorno dopo giorno e mano a mano che si delineavano i bisogni e le possibili risposte – si legge nella nota di ATS Insubria – molto è stato fatto e molto rimane da fare con la collaborazione di tutti gli attori del sistema per superare una situazione complessa e imprevista. I dati in possesso di ATS Insubria evidenziano una realtà, sul territorio di competenza, che necessita di un’attenta vigilanza ma meno grave che in altri territori». Ma in definitiva la Direzione Generale sottolinea «la grande attenzione alla gestione dell’emergenza sul territorio da parte di tutte le istituzioni, Regione, Amministrazioni Comunali, Prefetture, Protezione Civile e CRI, oltre ai Medici di medicina generale che si sono fatti parte proattiva nell’attuazione di interventi per la gestione del paziente al domicilio».

Riflettori puntati sulle RSA

È il tema del momento, al centro del dibattito politico lombardo sulla gestione dell’emergenza Coronavirus. ATS Insubria fa sapere di aver «istituito l’Unità di Crisi RSA» il 28 marzo scorso, coordinata dalla Direzione Generale e dalla Direzione Sociosanitaria, e con al tavolo rappresentanti di UNEBA, l’associazione di  categoria delle “case di riposo”. «Durante queste conferenze telefoniche si informa, si discute e ci si confronta sulle attività svolte da ATS e  sulle principali criticità riscontrate dai gestori nell’emergenza COVID -19». Rispetto al problema di approvvigionamento dei Dispositivi di Protezione Individuale, a partire dalle mascherine, ATS fa sapere di averne distribuiti quasi 60mila pezzi: 29.878 Dpi alle strutture della provincia di Como e  29.516 a quelle della provincia di Varese.

Decessi e tamponi

Ma è soprattutto su decessi e contagi riscontrati nelle RSA che stanno divampando le polemiche. Si scopre però che «da una ricognizione effettuata da ATS, su 10.068 ospiti in struttura, sono deceduti in ospedale o in struttura 30 soggetti, pari allo 0,3%». Eppure in alcune strutture si sospettano numeri più alti, anche se non sempre i pazienti deceduti vengono verificati con il tampone. Le analisi però, sottolinea l’Agenzia, si stanno facendo: «ATS ha effettuato e/o distribuito alle strutture sociosanitarie 541 tamponi naso-faringei da effettuare per ospiti e operatori (dato aggiornato ad oggi, 10 aprile) nel territorio della provincia di Varese, oltre a 415 nel territorio della provincia di Como. Inoltre è in fase di definizione un protocollo operativo, per un progetto di ASST Settelaghi, di diagnosi precoce di polmonite Covid, a domicilio e nelle RSA con l’impiego di un ecografo mobile e l’intervento di un tecnico di radiologia, al fine di proteggere i pazienti più fragili e non trasportabili. «Un attento monitoraggio della situazione nelle RSA del nostro territorio – fa notare il Direttore sociosanitario, Dr.ssa Ester Poncato – ha prodotto il risultato positivo di un elevato numero di RSA Covid-free. In questo i gestori delle RSA si sono dimostrati attenti ed efficaci nell’applicazione dei protocolli operativi».

Le procedure per le RSA

ATS Insubria ricorda poi che «sono state trasmesse alle strutture sociosanitarie del territorio, puntualmente, tutte le comunicazioni pervenute in merito da Regione Lombardia. In particolare, il Protocollo operativo per l’attuazione del consulto telefonico previsto dalla normativa regionale per le cure palliative offerto alle RSA e RSD del territorio; la Procedura operativa per l’esecuzione dei tamponi agli operatori sanitari in RSA; il Vademecum per tutte le strutture sociosanitarie contenente indicazioni operative per la gestione dell’emergenza COVID-19; il Tutorial esplicativo per l’esecuzione di tamponi naso-faringei e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale; la nota con le indicazioni per la gestione operativa degli ospiti e del personale per il contenimento del COVID-19». Inoltre, «è stato istituito un servizio telefonico per il supporto psicologico degli operatori sociosanitari, in convenzione con gli psicologi esperti di psicologia dell’emergenza dell’Associazione EMDR Italia», un servizio offerto anche ai Comuni, per situazioni di particolare fragilità psicoemotiva nelle famiglie colpite da Covid o in situazione di isolamento per quarantena.

Non solo RSA

Tra le altre azioni messe in campo è iniziata, settimana scorsa, in stretta collaborazione con i Medici di Medicina Generale, l’attività delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA), a Busto, Saronno, Varese, Como e Gallarate per le visite domiciliari ai pazienti positivi al Coronavirus. Le USCA, che «potranno essere aumentate o ridotte in base alle necessità epidemiologiche», ricevono via mail, dal medico di base, la richiesta di attivazione e contattano i pazienti telefonicamente per concordare la visita durante la quale vengono rilevati i parametri vitali essenziali. Le informazioni acquisite vengono inviate al medico di famiglia del paziente. Attivato anche il servizio ADI Covid, assistenza a domicilio su chiamata del Medico di Medicina Generale, nel territorio dell’ASST Settelaghi, a Gallarate, Castellanza, Busto Arsizio, Como, Lomazzo e Cantù.

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