Bagarre a Casorate, Cassani: «Grasso gridava come un’ossessa». Lei: «Mi ha detto pagliaccia»

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L'applauso del sindaco Cassani all'uscita di Grasso dall'aula

CASORATE SEMPIONE – Bagarre in consiglio comunale a Casorate Sempione. La capogruppo di minoranza Martina Grasso (Casorate Aperta) ha abbandonato l’aula all’ultima seduta, lasciando il dubbio che mancasse il numero legale per portare avanti la discussione dell’ordine del giorno. Mossa che il primo cittadino Dimitri Cassani non ha preso bene, accompagnando l’uscita di Grasso tra applausi provocatori e un «brava consigliera» che non lascia spazio a dubbi. Pochi minuti dopo, il messaggio social di Grasso: «Il sindaco mi ha definita “pagliaccia”».

Cassani punta il dito

Fra i banchi della minoranza era presente solo Grasso. Mentre, per la maggioranza, erano assenti Paola Scanelli e Mauro Garzonio. Il dubbio sul numero legale sorge e la seduta viene sospesa per accertarsi di poter proseguire. Quindi arriva il via libera dal segretario comunale. Anche senza Grasso, che nel frattempo ha lasciato la seduta fra accesi botta e riposta col sindaco. Una volta ripresi i lavori, Cassani si è tolto un sassolino dalla scarpa: «Una pausa con sceneggiata della capogruppo di minoranza, che abbandonava l’aula gridando come un’ossessa», ha sottolineato. «Ed è rientrata, cercando di provocarmi». Di più: «Mi dispiace. Non ha perso occasione per fare l’ennesima figura di quella che sa tutto e in realtà non sa niente. Ha detto “votatevi voi le vostre schifezze” e non lo accetto. Lo ha fatto solo per mettere in difficoltà l’amministrazione».

Lo sfogo di Grasso

La capogruppo di Casorate Aperta ha poi diffuso la sua posizione sui social. «Il caro sindaco Cassani mi ha appena definita “pagliaccia” perché, con la mia assenza, non avevano il numero legale per fare il consiglio comunale, ergo votarsi le loro cose». E aggiunge: «Essendo la seduta chiusa per, appunto, la mancanza del numero legale, il segretario ha detto che non poteva farci niente. Ma ha sentito. Come hanno sentito il capogruppo di maggioranza e un terzo consigliere, tutti decisamente irrispettosi del mio spazio personale e troppo vicini, con fare intimidatorio, alla mia persona». Non solo: «A telecamera ancora accesa mi sono anche beccata un ironico applauso, che mi accusavano di non avere rispetto. Vorrei chiedere loro quale rispetto ci sia nel non avere mai i propri consiglieri al completo, nell’urlare insulti rivolti esclusivamente alla persona, nel minacciare e invadere lo spazio personale, nella presunzione di cacciare da un luogo pubblico, durante una seduta comunque aperta al pubblico. Vergogna».

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