Cassano si fa bella per il Giro. Installati i monumenti sulle rotonde

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CASSANO MAGNAGO – Cassano Magnago si fa bella per il Giro d’Italia. Il monumento per celebrare l’arrivo di tappa è stato posizionato – oggi, 18 maggio – sulla rotonda fra le vie 4 Novembre e Aldo Moro. Mentre la rotatoria di via Marconi-Vespucci ha già installato la scultura realizzata da Claudio Borghi. Una scelta, quest’ultima, che ha scatenato i social cassanesi tra polemiche e commenti. Al punto che Marco Franchin (della fondazione Fgs) è intervenuto direttamente per fare chiarezza sull’opera d’arte e sulla storia che nasconde: fu la sua famiglia a donarla al Comune.

Il monumento al Giro

Di recente, l’amministrazione comunale ha annunciato la sistemazione – fra gli altri interventi già avviati – delle due rotonde. Quella che ora ospita il monumento omaggio all’arrivo di tappa del 20 maggio. Una struttura scenografica e a forte impatto, anche nelle dimensioni, realizzata da imprese a chilometro zero e resa possibile grazie a donazioni di sponsor locali. «Era un po’ che ci stavamo lavorando», spiega il sindaco Pietro Ottaviani. «Sarà un altro biglietto da visita, dopo che abbiamo sistemato la rotatoria. E sarà visibile da tre punti: chi arriva dal centro di Cassano, chi arriva da Cairate e chi arriva da Oggiona con Santo Stefano». Nel frattempo, l’albero che ha lasciato spazio al monumento al centro della rotonda è stato spostato nel parco di via Sansovino.

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Il significato della scultura

L’altra è il risultato di un’iniziativa nel segno della «libertà», dice Franchin. L’opera di Borghi «era già esposta in uno spazio comunale, in via Cinque Giornate, da alcuni anni e aspettava una sistemazione definitiva», racconta. «Quindi nulla a che vedere con il Giro d’Italia». Non direttamente, se non altro: nel momento in cui la città si prepara al grande evento sportivo, il monumento trova casa sulla rotonda al confine con Oggiona con Santo Stefano. Ma qual è il suo significato? È costituito da tre semplici oggetti stilizzati «che con le loro forme sinuose potrebbero rappresentare una famiglia, un momento di intimità, di pace». Insomma, «il bisogno di piccole cose al centro di una rotonda dove tutto è dominato dal caos e dalla frenesia». Ma potrebbe anche esprimere l’immagine di «un bosco o un giardino con figure dialoganti tra loro, mosse dal vento. Un bosco scolpito laddove prima non c’era altro se non erba alta incolta».

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Un dono

Un dono della sua famiglia, che «non è costato nulla» al Comune. Semplicemente un gesto «non pubblicizzato e non richiesto che abbiamo voluto fare ai nostri concittadini, in una città che noi amiamo profondamente. Qui siamo nati da molte generazioni, e qui anche io ho deciso di far nascere i miei figli». A promuovere il regalo fu la «mia cara nonna, Maria Scandola», persona molto nota e scomparsa circa un anno fa. «Pensava, come noi, di fare cosa gradita ai propri concittadini lasciando un ricordo di sé e del suo amato marito, Luigi Giani. La immaginava dedicata anche a lui, morto tanti anni prima. Il marito era stato un partigiano della Brigata Garibaldi». E conclude: «Sono solo righe di spiegazione e di scusa a chi l’ha trovata orrenda. Non era nostra intenzione arrecare fastidio a nessuno. Ci spiace se il nostro regalo non è piaciuto. Potete chiedere di spostarlo. Buttarlo no. Piuttosto, chiedete di ridarcelo se non lo volete: è pur sempre un oggetto d’arte».

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