Castellanza, il giudice: no al reintegro della direttrice della farmacia comunale

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CASTELLANZA – Sara Costingo, direttrice della farmacia comunale coinvolta nell’affaire Castellanza Servizi e Patrimonio insieme all’ex dg della partecipata Paolo Ramolini non verrà reintegrata sul posto di lavoro. A stabilirlo è stato il giudice del lavoro che questa mattina, mercoledì 27 gennaio, ha accolto il ricorso della società contro l’impugnazione del licenziamento. Rimandando alla prossima udienza, fissata per il 7 giugno, l’aspetto legato alla richiesta di risarcimento.

Nessun pregiudizio

«Mi spiace dover parlare pubblicamente di situazioni personali – ha dichiarato l’amministratore unico della Csp Livio Frigoli – Ma sono stati altri a portare all’attenzione delle cronache la questione, sostenendo per altro una serie di inesattezze. Sulla sentenza del giudice del lavoro non mi dilungo in commenti. Tengo però a precisare che da parte della società non vi è alcun pregiudizio personale nei confronti di nessuno. E che quanto fatto da Csp riguardo all’intera vicenda sono azioni doverose nei confronti dei propri dipendenti, i quali, soprattutto in caso di azienda pubblica qual è la Castellanza Servizi e Patrimonio, hanno una responsabilità in più di fronte ai cittadini. Quindi, anche alla luce di tanti profili di irregolarità, noi come Csp avevamo il dovere di costituirci in giudizio».

Risposta all’interrogazione di Caputo e Palazzo

Il giudice del lavoro insomma ha fissato un punto: ovvero quello inerente al reintegro. La questione Castellanza Servizi e Patrimonio però è tutt’altro che chiusa. E non solo a livello giudiziario. Anche perché i consiglieri di minoranza Romeo Caputo e Michele Palazzo a inizio gennaio 2021 sono tornati sulla questione per chiedere chiarezza sulla vicenda. Depositando anche un’interrogazione consiliare. Rispetto alla quale a Palazzo Brambilla è arrivata la risposta della società. Per fare chiarezza oltre che sul tema timbarture, presenze sul posto di lavoro e straordinari, (rispetto alla quale il giudice del lavoro si è di fatto espresso), anche sul ricorso in appello per sentenza di assoluzione per peculato.

E in tale risposta si legge che “Con riguardo al peculato, nella sentenza il giudice parla, infatti, di formula dubitativa, che, del resto, è ampiamente giustificata dai riscontri emersi nelle diverse fasi processuali. Dalla lettura attenta e puntuale di tutta la documentazione che ha alimentato l’accusa emergono, infatti, molteplici irregolarità che confermano senza alcun dubbio che Csp è stata oggettivamente danneggiata dal comportamento del suo ex dipendente (Paolo Ramolini ndr) sia per quanto attiene al peculato, sia per la truffa – in quest’ultima fattispecie in concorso con la ex dipendente (Sara Costingo), per la quale, rilevata dal giudice la colpevolezza, si sta procedendo in separata sede per discutere dell’ammissibilità alla messa alla prova”. Per la quale la relativa udienza di discussione è fissata il prossimo 8 aprile.

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