Podere Premezzo-Cajello, ipotesi gestione condivisa con Asfo. Sì anche da Gallarate

cavaria podere premezzo gallarate

CAVARIA CON PREMEZZO – Gestire i terreni in maniera condivisa grazie alla collaborazione tra proprietari, enti e realtà di un territorio. In sintesi: Asfo (associazione fondiaria), un sistema che unisce privato e pubblico per prendersi cura di aree boschive in stato d’abbandono. Questo il primo passo per rilanciare il podere Cajello-Premezzo, dopo l’accordo siglato tra il Comune di Cavaria con Premezzo e la Fondazione Patrimonio Ca’ Granda per il rilancio dell’area verde della Valle del Boia. Una soluzione emersa oggi – 23 febbraio – durante un tavolo informativo che ha coinvolto più realtà. Tra cui la vicina Gallarate che si è mostrata d’accordo con la proposta.

Rilanciare l’area

«Lo strumento più democratico, per coinvolgere tutti in un progetto più ampio», le parole di Zeni. Così Sandro Rech, assessore gallaratese all’Ambiente: «Ben venga un’iniziativa che aiuti a salvaguardare l’area». Sono solo alcuni dei commenti emersi nel corso dell’incontro, che ha visto presenti tecnici ed esponenti delle varie realtà interessate al progetto. Come Parco del Ticino, cacciatori, Protezione civile e istituzioni locali. Tutto parte dallo scorso anno, in merito alla definizione di un futuro migliore per l’oasi dei Fontanili (area verde tra Premezzo, Besnate, Gallarate). Procedimento che ha portato alla sottoscrizione della convenzione per gestire i terreni che erano in mano alla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda. Terreni passati in capo al Comune di Cavaria, che ora ha voluto stabilire i primi obiettivi in merito al podere Premezzo-Cajello.

Le proposte

Diverse le proposte sul tavolo, che portano alla volontà di «fondare una Asfo, sistema di gestione condivisa di terreni – por lo più boschi – di fatto abbandonati», ha spiegato Zeni. «E far dialogare privato e pubblico in un progetto che può anche ampliarsi». Ha poi aggiunto: «La nostra intenzione è che queste aree non siano precluse a nessuno: pedoni, ciclisti, cacciatori, enti di ogni genere. Nel limite del possibile, chiaramente, e sulla base di regole stabilite». Un esempio è «la partecipazione delle associazioni di caccia al tavolo, che sanciscono un nuovo sistema di controllo e partecipazione dell’area verde. Un modo nuovo per coinvolgere tutti. Anche da loro arriva interesse all’iniziativa». Per il sindaco di Cavaria è «il sistema più democratico, che può portare anche al raggiungimento di un altro grande obiettivo: fare parte dell’ecomuseo, sentiero culturale che da Gallarate porta fino al Lago di Varese. E quindi incentivare l’eco-turismo anche nella nostra zona».

Tutti d’accordo

Soluzione – quella dell’Asfo e delle proposte collegate – che è stata ben accolta dai presenti al tavolo. Vale per la vicina Gallarate: «Un’area che va protetta. Quindi ben venga questa forma di salvaguardia che aiuta a intervenire. Asfo, nella direzione di unire diversi proprietari ed enti pubblici, può contribuire a valorizzare, attraverso sistemazioni e accessori. Da parte nostra c’è interesse per quello che compete il nostro territorio».
Anche dal Parco del Ticino arriva il Sì: «I nostri organi potranno lavorare per raggiungere un risultato con questo strumento importante. Siamo dell’idea che tutti debbano avere voce in capitolo, partendo dal fatto che non esistono categorie di buoni o di cattivi. Quindi giusto che sia un sistema inclusivo».

cavaria podere premezzo gallarate – MALPENSA24