Centro ghiaccio, il sindaco di Como insulta Varese. «Ingorda, egoista e incoerente»

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L'intervista pubblicata su La Provincia e nel riquadro il sindaco di Como Alessandro Rapinese

COMO – Il derby Varese-Como per il centro federale degli sport del ghiaccio non si placa, anzi. La partita si infiamma ancora di più. Dopo la doppia mossa di Varese, prima col lancio della candidatura sostenuta dalla politica unita e poi con la lettera a firma istituzionale indirizzata al presidente della Regione Fontana, è Como a rispondere con le parole del sindaco Alessandro Rapinese. Che non le manda certo a dire. Egoista, ingorda, insaziabile, ma anche incoerente: tutti epiteti che il primo cittadino lariano affibbia alla città giardino.

Rapinese contro Varese

Concetti che Rapinese esprime in alcune interviste rilasciate ai media comaschi, sottolineando come per Como il centro federale sarebbe una risposta ai problemi delle strutture sportive mentre Varese può già contare sul rinnovato Palaghiaccio. «La loro è solo una pretesa assurda, iniqua ed egoista», attacca sulle colonne del quotidiano La Provincia. «L’atteggiamento di Varese è assolutamente inqualificabile e ingordo», tuona invece ai microfoni di EspansioneTv. E nel post pubblicato questa mattina, sabato 22 luglio, sulla pagina Facebook “Rapinese sindaco”, ci va ancora più pesante, definendo la candidatura di Varese «un raro caso di egoismo, ingordigia, avidità, famelicità, voracità e insaziabilità senza precedenti nella storia della Repubblica».

Il post del sindaco di Como

Il 15 novembre 2022, pochi giorni fa, il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ed il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana hanno inaugurato a Varese quello che lo stesso sindaco Davide Galimberti ha definito “un fiore all’occhiello degli impianti sportivi italiani ed europei”, ovvero il nuovo palazzo del ghiaccio con annessa piscina, palestra e campi da paddle.
Bene.
A Varese quindi i giovani sportivi del ghiaccio sono a GIÀ a posto per almeno i prossimi 30 anni.
Nonostante ciò Varese vuole anche vedersi assegnare da Regione Lombardia fondi pubblici del PNRR per costruire un ulteriore nuovo palazzetto del ghiaccio completo di due ulteriori piste.
La richiesta di Varese è legittima ma si qualifica come un raro caso di egoismo, ingordigia, avidità, famelicità, voracità e insaziabilità senza precedenti nella storia della Repubblica.
A Varese però, oltre all’ingordigia, non manca nemmeno l’incoerenza: apprezzabile infatti il discorso del sindaco Galimberti quando parla della: “…voglia di tutti i territori lombardi di contribuire ai prossimi eventi olimpici perché siano un grandissimo successo per tutto il nostro Paese”, peccato però che manchi coerenza sul terreno logico tra affermazioni e azioni.
Come può Varese affermare che vuole il successo del Paese intero quando invece sta cercando di costruire sul proprio suolo doppioni (che tra l’altro alla propria comunità non servirebbero a nulla) lasciando nel disagio comunità adiacenti?
Nella mia Como il palazzetto è all’aperto e consente di praticare gli sport del ghiaccio solo quando le temperature lo consentono. Appena le temperature salgono, fine della festa. Oltre a ciò il nostro palazzetto è pure a pezzi e non si sa per quanto tempo sarà consentito ai ragazzi comaschi di avere l’opportunità di crescere sani in, uso ora le parole del Presidente Mattarella, “luoghi di raccolta, incontro, espressione e realizzazione” quali sono i luoghi deputati alla pratica sportiva.
Se Regione Lombardia, senza un solo motivo plausibile, mentre Como arranca e lotta per la sopravvivenza degli sport del ghiaccio, consentirà a Varese di realizzare, con fondi pubblici (anche dei contribuenti comaschi quindi), il “grande capriccio” di avere addirittura tre piste del ghiaccio nuove di zecca, saremmo di fronte alla più iniqua e scellerata scelta politica mai operata da una Amministrazione Pubblica.
Confido in Attilio Fontana.

Varese non replica

Parole e concetti forti quelli espressi dal sindaco di Como Alessandro Rapinese, a cui però Varese non dà seguito. In merito abbiamo chiesto se intendesse replicare al primo cittadino di Varese Davide Galimberti, il quale preferisce però non gettare benzina sul fuoco.

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