Centro Federale del ghiaccio, Galimberti: «Varese città ideale per realizzarlo»

VARESE – «Il Centro federale degli sport del ghiaccio? Abbiamo tutte le carte in regola per poterlo ospitare». Varese, per voce del sindaco Galimberti, si dice pronta a giocare la partita. Como però non arretra tanto che il primo cittadino Alessandro Rapinese ha più volte rilanciato l’idea di recuperare il palazzetto comasco utilizzando i 25 milioni a disposizione per il progetto.

Insomma, il sindaco di Varese si tien ben lontano dall’entrare a gamba tesa, ma partendo dalla “proposta Giorgetti” conferma la disponibilità della Città Giardino. Ed è subito derby, non in ottica Olimpiadi Milano Cortina, ma su un arco temporale più lungo.

Derby del ghiaccio. Anzi del palaghiaccio

E se da Como rilanciano, Davide Galimberti pianta per terra alcuni incontestabili paletti. «A partire dal fatto che in città il movimento legato al ghiaccio conta storia e tradizione sportiva e soprattutto ora ha una “casa”, il nuovo palazzetto, che tutti ci invidiano». Insomma, Varese ha dalla sua una struttura, gli spazi (perché non mancano le potenziali aree), e in più “l’asse Cazzago – Varese” che ha il suo peso. A indicare Varese come possibile approdo del centro federale pare, infatti, sia stato proprio il ministro Giancarlo Giorgetti dopo aver parlato con Davide Galimberti alla Schiranna.

Derby anche dentro la Lega

E Como? Si dice che Como abbia “santi leghisti” che premono in Regione affinché il il progetto del Centro federale imbocchi la “Como Chiasso” al bivio dopo Lainate. I lariani, infatti, su quei 25 milioni ci hanno fatto due conti da tempo (racconta qualcuno) anche per risolvere la grana della piscina (chiusa come il palazzetto comasco). Insomma la partita è anche politica e interna alla Lega. Con il governatore della Lombardia, che è varesino, Attilio Fontana, ora chiamato a risolvere questa patata bollente.

Varese c’è

Galimberti però nel frattempo si muove: «Noi ci siamo e abbiamo dato la nostra disponibilità – dice – Anzi stiamo anche ragionando su possibili ipotesi che abbiamo quale fulcro del progetto proprio il nuovo palaghiaccio». Il centro federale, infatti, ha la necessità di un paio di piste in più (una di queste per il curling). E il sindaco fa un ragionamento più ampio: «Nella zona del palaghiaccio, inaugurato da Mattarella, ci sono anche i campi da tennis, l’ippodromo, rispetto al quale c’è sempre il nodo del potenziamento di utilizzo quando l’attività dell’ippica è ferma e una scuola. Insomma, ci sono aree già di proprietà comunale sulle quale ragionare».

Al servizio della federazione e del territorio

Ma non solo: «In tutto questo discorso ci sono dei pilastri fondamentali. Partiamo dal palaghiaccio. In città il movimento ha resistito prima ed è rinato ora. L’hockey è tornato a vincere, il pattinaggio cresce. Poi ci sono gli altri sport vicini e quindi lì davvero potrebbe nascere un grande polo multidisciplinare». Fondamentale poi è la logistica e anche in questo caso il sindaco scopre le carte: «Stiamo parlando di quattro aree già pubbliche, collegate da 3 linee urbane, da una extraurbana e a meno di due chilometri da centro città e stazioni».

E le Fontanelle?

La grande assente nelle riflessioni del sindaco è la parola “Fontanelle”, forse perché si tratta di un’area di proprietà della Provincia di Varese e che di fatto è di pertinenza di Malnate e non di Palazzo Estense. O forse perché davvero la cosa più importante in questo momento è “strappare” il progetto a Como.

Quel che invece dice Galimberti è: «Auspico che si tratti di un progetto che tenga conto anche del tessuto sportivo e sociale della città. Spero anche che le Olimpiadi di Torino abbiano lasciato un insegnamento rispetto alle strutture sovra dimensionate ad uso e consumo di un evento mondiale. Sono perciò favorevole a un progetto di caratura nazionale come un centro federale che punti su impianti sostenibili sia rispetto alle dimensioni che alle reali esigenze di un territorio come il nostro».