Aree di confine, ok del Governo all’odg di Bianchi (Lega) per rivedere il cuneo fiscale

confine italia svizzera

VARESE – Nelle pieghe della Legge di Bilancio approvata alla Camera dei Deputati in via definitiva è stato accolto un ordine del giorno a firma dell’onorevole leghista Matteo Bianchi. Il deputato varesino ha strappato un’apertura del Governo a rivedere il cuneo fiscale, valutando azioni che riguardino un regime fiscale incentivante per i lavoratori nelle aree di confine.

Obiettivo salari netti più alti

Si tratta di un tema su cui Bianchi insiste da tempo: la proposta non è nuova e giace all’interno di una proposta di legge depositata dallo stesso Bianchi nel 2018 ed elaborata grazie agli studi della Confartigianato di Varese. Secondo le valutazioni accolte dal Governo si tratterebbe di garantire un salario netto in busta paga più alto ai lavoratori impiegati entro i 20 km dal confine svizzero. Sul divario del costo del lavoro tra Italia e Confederazione Elvetica incide fortemente il diverso cuneo fiscale, che in Italia è del 47,8%, più che doppio rispetto al 21,8% della Svizzera. Un tale costo del lavoro impedisce a molte aziende di confine di essere attrattive per i lavoratori già formati. Di contro, coloro che vivono entro 20 chilometri dalla Svizzera e che lavorano per le aziende di confine in Italia non hanno alcune agevolazioni che invece sono riconosciute ai colleghi occupati nello stato confinante.

Mantenere la manodopera sul territorio

«Secondo una recente indagine della Camera di Commercio, le 59mila imprese del varesotto hanno in programma di ricoprire oltre 23mila nuove posizioni nel periodo iniziale dell’anno – sottolinea Matteo Bianchi – queste assunzioni sono un’opportunità di crescita enorme che deve essere messa a sistema e deve avere ricadute durature. Abbiamo il dovere di prevedere tutto ciò che è necessario per aiutare le aziende a mantenere ed attrarre sui nostri territori la manodopera più qualificata possibile, evitando che la stessa venga attratta da catalizzatori, come quelli elvetici, che offrono stipendi più alti. Oltretutto, questa impostazione ridurrebbe la pressione del frontalierato sul vicino Canton Ticino, in un’ottica di reciproco vantaggio e di collaborazione tra aree di confine che non deve mai venire meno».

Apprezzamento trasversale

Questa proposta ha visto un apprezzamento trasversale, tant’è che il sindaco di Varese Davide Galimberti l’aveva citata come azione necessaria durante la recente campagna elettorale, in cui il suo avversario era proprio Bianchi. Ora la palla torna nel campo del Governo e della politica parlamentare dove si dovranno cogliere le sollecitazioni che arrivano da più parti della filiera territoriale del varesotto, dalle associazioni di categoria alle amministrazioni locali, concretizzando in provvedimenti legislativi quanto riportato. Soddisfatto il promotore Matteo Bianchi: «Questo Governo si dimostra una grande opportunità per il mondo economico. Avere la possibilità di ragionare in concreto su qualcosa di interesse per la filiera economica delle aree di confine con la Svizzera è molto importante per evitare una desertificazione, oggi non tollerabile. Ora ci si aspetta che tutti, ognuno nei suoi ruoli, facciano la loro parte a prescindere dalle provenienze politiche o settoriali».