Sindacati in presidio a Varese contro il ddl Appalti. «Migliaia di lavoratori a rischio»

VARESESindacati in presidio questa mattina, lunedì 11 aprile, davanti alla Prefettura di Varese, per protestare contro la norma inserita nel nuovo ddl Appalti. Una modifica che fa venire meno l’obbligo di mantenere la clausola sociale nei cambi appalti. «Questo vuol dire che non c’è più la garanzia che il personale oggi occupato venga mantenuto», denunciano i sindacati, secondo cui sono un milione i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, di cui circa 350mila solo in Lombardia. Le parti sociali chiedono che venga ripristinata alla Camera l’obbligatorietà della clausola sociale.

Presidio in piazzale Libertà

Davanti alla Prefettura di Varese in piazzale Libertà si sono ritrovate per una manifestazione unitaria le sigle dei tre sindacati confederali: Filcams Cgil Varese, Fisascat Cisl Varese/Como e Uiltucs Varese, rappresentate rispettivamente da Livio Muratore, Giuseppe D’Aquaro e Guido Murvana. «Nelle scorse settimane – dicono le segreterie unitarie varesine – in Senato è stato discusso e approvato il del Appalti, il cui testo, sebbene veda l’importante conferma e introduzione di norme che le scriventi hanno sempre richiesto e giudicano positivamente, presenta una norma negativa e grave che vanifica l’effetto di tutto quanto fatto di positivo. Il testo contiene una norma in relazione alla facoltà – non già all’obbligo – di inserire clausole sociali nei bandi di gara. Una configurazione del dettato normativo che, se confermata, segnerebbe un pericoloso arretramento in termini di tutela per lavoratrici e lavoratori e un ingiustificato passo indietro di ben sei anni».

I rischi per i lavoratori

Secondo Cgil, Cisl e Uil l’applicazione di questa modifica, se confermata, avrà ricadute pesantissime per centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che operano negli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera, lavoratori “deboli”, occupati in comparti spesso essenziali: ospedali, strutture socio-sanitarie, scuole, ministeri, uffici pubblici. «La nostra richiesta è quella di prevedere l’esclusivo obbligo di inserimento di clausole sociali nei bandi di gara, con piena conferma di quanto previsto dall’attuale art. 50 del Codice dei Contratti Pubblici, al fine di non ridurre le tutele che già vi sono nel Codice e normativa derivata, e impedire che ogni cambio di appalto si trasformi in perdita di posti di lavoro e di reddito per le lavoratrici e lavoratori occupati negli appalti di servizi, essenziali e di pubblica utilità per il settore sanitario e socio assistenziale, per le scuole e più in generale per la collettività». Le parti sociali chiedono quindi che non si depotenzino le regole con la “giustificazione” della semplificazione.