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ROMA – «Finisce lo stato di emergenza, ma non il Covid. Il virus purtroppo continua a circolare, come non si fermano i ricoveri. Certo, i numeri sono inferiori. Ma abbassare la nostra soglia di attenzione sarebbe un grave errore». Parte da qui Paolo Grossi, professore ordinario di malattie infettive dell’Università dell’Insubria e direttore delle Malattie infettive e tropicali dell’Asst Sette Laghi di Varese. L’abbiamo raggiunto via telefono, pochi minuti dopo il termine delle cerimonia di insediamento del Consiglio Superiore di Sanità. Evento che si è tenuto oggi (lunedì 7 marzo) a Roma, alla presenza del ministro Speranza e che ha visto la partecipazione di Grossi (nella foto qui sotto, il secondo da sinistra), in quanto nominato qualche giorno fa tra gli esperti che compongono questo importante organo consultivo.
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«Il mio impegno per la Sanità del nostro Paese»
«Questa è una nomina che mi lusinga – ha dichiarato Grossi – arriva al termine del mio impegno sul fronte Covid e la gestione delle pandemia in questi ultimi due anni. È un impegno importante, che affronto con spirito di servizio per il nostro Paese. Come tutti gli altri colleghi che insieme a me fanno parte del Consiglio sono pronto a mettere a disposizione e condividere le mie competenze per far sì che il nostro sistema sanitario nazionale continui a essere un servizio di eccellenza».
Covid: non abbassare la guardia
Guarda avanti il professor Grossi, senza però dimenticare gli ultimi due anni vissuti in prima linea. «Dire che il Covid è ormai alle spalle sarebbe sbagliato – ha spiegato – Se da un lato abbiamo una significativa diminuzione delle infezioni, dall’altro non dobbiamo dimenticare che ogni giorno ci sono nuovi casi, e che tra questi alcuni necessitano di essere ricoverati: significa che il rischio di contagio non è scomparso».
Il medico varesino ha poi confermato che i casi più gravi sono quelli di persone anziane già affette da altre patologie, ma soprattutto i non vaccinati. «Nelle terapie intensive – ha puntualizzato – ormai ci sono solo soggetti non vaccinati. La speranza è che, con l’arrivo del Novavax, un vaccino sviluppato su una piattaforma tradizionale, si riducano gli scettici che fino a oggi hanno evitato la profilassi. Il vaccino continua a essere l’unico rimedio a questo virus».
Virus che non sparirà come, ad esempio, la Sars. «Prima impariamo a conviverci e prima torneremo ad avere di nuovo una vita normale – ha concluso Grossi – credo anche che in un mondo globalizzato come il nostro, questa pandemia non resterà l’unica. È però vero che in questi due anni abbiamo tutti imparato come si possa affrontare un’emergenza sanitaria e l’auspicio è quello di non farci trovare più impreparati».