«Contro l’inutile Ferrovia Gallarate-Malpensa non c’è solo Casorate»

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Sindrome nimby? Niente affatto. Gli oppositori al progetto di collegamento ferroviario Malpensa T2 – Gallarate sono piuttosto gli anticorpi che fortunatamente agiscono e mettono in moto la reazione che salva l’organismo.

Contro l’inutile ferrovia non c’è solo Casorate. In provincia di Varese sono molte le persone contrarie. I loro nomi non sono altisonanti, ma affrontano il problema con razionalità, mente aperta al futuro e alle nuove sfide. Se davvero l’opera servisse, un sacrifico si farebbe, ma purtroppo non è così.

Malpensa ha raggiunto grandi numeri in assenza del nuovo collegamento ferroviario. Quando avremo di nuovo raggiunto quei numeri, potremo rivalutare la necessità di disporre di una nuova ferrovia di accesso. In questo momento di crisi dilagante, con i contagi di Covid-19 alle stelle nei luoghi di lavoro, meglio sarebbe concentrarsi su questo problema, cercando soluzioni concrete per tutti i nostri lavoratori. In provincia di Varese, secondo l’INAIL, gli infortuni sul lavoro per Covid-19 sono 3.708, una cifra impressionante. Figuriamoci Malpensa, la madre di tutti i contagi. Lo sperpero dei soldi pubblici non piace a nessuno, tanto meno per la realizzazione di un cantiere fine a se stesso.

La tanto decantata crescita dei passeggeri appare oggi del tutto irrealistica, sia per le recenti disposizioni europee in materia di trasporto aereo (sta sensibilmente crescendo la vergogna di volare, oltre che il riconoscimento dell’inquinamento degli aerei), sia per il basso numero dei passeggeri aeroportuali sulla linea ferroviaria Milano Cadorna-Malpensa, linea abbondantemente sufficiente avendo servito l’EXPO. Da Nord, inoltre, è già presente il collegamento attraverso il passante di Busto Arsizio (la linea Gallarate-Busto-Malpensa richiede solo qualche minuto in più rispetto alla Gallarate-Malpensa).

Il trasporto delle merci è stato il leit-motiv che ha accompagnato il progetto ferroviario in conferenza di servizi presso Regione Lombardia e non ha proprio motivo di essere evocato. L’aeroporto di casa nostra non ha un solo mq atto a ricevere le merci che arrivano col treno, salvo i semplici pacchi postali trasportabili a mano e scaricabili in una manciata di secondi E nel futuro? I 117 file del Masterplan35 di Malpensa non dedicano una sola riga al ricevimento delle merci col treno, dunque fino al 2035 nulla è previsto. Eppure se ne è parlato o lo si fa intendere a proposito di questa ferrovia.

L’evidente insipienza ecologica degli Enti promotori è uno dei punti nodali su cui si basa l’opposizione ambientale. I boschi della zona, giudicati sacrificabili, sono infatti indispensabili al funzionamento del corridoio biologico lungo la valle del fiume Ticino: una priorità europea essendo questo il corridoio ecologico di collegamento tra le Alpi e gli Appennini, un corridoio grazie a cui l’Europa continentale è collegata attraverso la pianura padana con il bacino Mediterraneo e l’Africa. Tale collegamento è di grande importanza nell’attuale situazione climatica, dal momento che i cambiamenti in corso creano una mobilità della fauna davvero eccezionale. Ma quando si potrà parlare di salvaguardia del nostro capitale naturale?

Legambiente Gallarate

Il mondo delle imprese contro Casorate: «Assurdo dire no alla ferrovia Malpensa-Gallarate»

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