Da Busto la farfalla de La Casa di Chiara in vetta a 3500 metri. «Per tutti i bimbi»

BUSTO ARSIZIO – La farfalla de La Casa di Chiara vola in vetta a più di 3500 metri, a Rocciamelone in val di Susa. Una nuova missione compiuta per Marco Cirigliano, il papà di Chiara, e i suoi amici: come da tradizione ormai consolidata – è il settimo anno consecutivo – hanno scalato una montagna per portare in cima la farfalla, simbolo dell’associazione La Casa di Chiara, ma soprattutto per avvicinarsi alla bimba di Marco, un piccolo angelo in cielo da quando una malattia incurabile se l’è portata via, a meno di tre mesi di vita, nel 2016. “Non smettere mai di lottare. Vivi, vivi, vivi” il messaggio portato in cima. «È stato emozionante» rivela Marco Cirigliano.

La cordata

In nove in cordata per la spedizione 2023: oltre a Marco Cirigliano, da Busto si sono mossi Jo Jo (capocordata), Luca Ciri (il fratello di Marco), Ganzo, Loreto Salvatori, Dema, Ale Moschillo, Beppe Adamo e Vincenzo Romano. Stavolta la scalata è arrivata sulla vetta di Rocciamelone, una montagna delle Alpi Graie, alta 3.538 metri, situata in Piemonte, al confine tra la Valle di Susa e la Valle di Viù. Nel medioevo era considerato la più alta cima delle Alpi. Una convinzione, che oggi sappiamo errata, supportata da diversi fattori: il monte infatti incombe su Susa con un balzo che supera i tremila metri; inoltre è ben visibile per la sua caratteristica forma conica. La scalata è iniziata dal Rifugio la Riposa (2200 m), dove la spedizione ha parcheggiato le auto. Prima tappa al Rifugio Ca’ D’Asti (2854 metri), dove hanno trascorso il sabato notte, poi su verso la cima Rocciamelone (3538 metri). Le condizioni meteo, più che favorevoli, hanno permesso di scalare già ieri, sabato, con tutta la cautela del caso: era già successo nel passato, al Monte Giove, di fermarsi e tornare indietro.

«È il settimo anno che si ripete questo momento – racconta Marco Cirigliano – il tutto incominciò nel 2017 salendo al Bobba ai piedi del Cervino (da quella promessa che “Para” fece a Chiara se fosse uscita dalla terapia intensiva). Poi una volta al Bobba, “Pulci” – che quest’anno per impegni familiari non ha potuto esserci – a quasi 3.000 metri disse che quell’uscita sarebbe stata solamente la prima. Parlai con il mio amico di sempre Jo Jo, chiedendogli se mi avrebbe ogni anno accompagnato in questo viaggio. Non mi fece neanche finire di dire la frase e fu subito si. Poi da lì, Laurasca, Cima Bianca, Varese- Busto a piedi (anno del Covid), Monte Giove, Passo di Pietra Rossa».

E allora anche quest’anno «una nuova avventura piena di tanto amore. Personalmente – rivela Marco Cirigliano – non do mai per scontato che quanto avviene sia dovuto, anzi. Oramai però per ognuno questo appuntamento è irrinunciabile. Io vado da mia figlia e mi porto dentro il suo insegnamento. Ma ognuno in quella scalata (che costa tanta fatica, ogni anno è un anno in più) porta il proprio pezzo, perché tutti quanti lo abbiamo, e proprio in queste sere per pianificare l’organizzazione riflettevamo su questo senza poca emozione, pensando che tra qualche anno ci saranno anche i nostri figli a salire con noi». Quest’anno la farfalla l’ha portata in cima «il nostro amico Ganzo», che all’arrivo della spedizione ha “chiamato” un girotondo per giocare con Chiara. «Quando lo ha saputo ne è rimasto orgoglioso e tanto onorato – racconta Marco Cirigliano – perché portare in alto la farfalla, è portare Chiara e tutti i bimbi che ci hanno insegnato a volare».

busto arsizio la casa di Chiara – MALPENSA24