Dalla Giunta di Legnano un bilancio poco strategico e lontano dalla realtà

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LEGNANO – Il giorno dopo il bilancio è da sempre il momento ideale per fare una riflessione approfondita su come la città verrà governata dall’Amministrazione in carica. Tema non di poco conto, pregnante di tutto ciò che vorrebbe esser fatto, nell’immediato futuro per Legnano e per la cittadinanza. Che cosa possiamo pensare di questo bilancio 2022? La risposta è semplice per quanto articolata, poiché il leitmotiv espresso della Giunta Radice è legato ad una mancata progettualità di fondo, nonché di una mancanza di coraggio in molte scelte.

Policentrismo e condivisione? Solo slogan

Mentre da un lato abbondano opere di manutenzione ordinaria, che rappresentano un dovere a capo di ogni Amministrazione, sui grandi investimenti questa Giunta riesce addirittura a dimostrare il contrario di quanto da sempre sostenuto fin dalla campagna elettorale. Basti pensare al Centro Civico San Paolo dove si investe una cifra sproposita ai danni di tutte le altre aree della città dimenticate, diventando la lapide del tanto decantato policentrismo.

Le numerose ciclabili sottolineano come la risposta urbanistica alle necessità delle città sia quanto di più lontano possibile dalle esigenze, creando malcontento nella cittadinanza e minimizzando il tema della condivisione tanto caro a questa Giunta, in quanto opere così vaste, fruibili solo da alcuni, sono in netta contrapposizione con tale concetto. Tutto questo avviene nonostante la generosa pioggia di fondi che questo periodo ha concesso ai Comuni Italiani, rendendo ancora più grave la situazione, in quanto occasioni irripetibili stanno andando sprecate mentre la mancanza di una visione strategica emerge in tutta la sua tragicità.

Dimenticate cultura, economia, sicurezza

Manca un progetto culturale di spessore, che sappia attingere da prodotti culturali che portino ad un fattore di crescita condivisa con la collettività, invece si rimane fermi su una visione regressiva, ristretta. La stessa cittadella degli artisti rimane una distorsione importante per quel che concerne il recupero dei fienili del Castello Visconteo.

Totalmente dimenticato è il rilancio dell’economia locale, che dopo il periodo emergenziale necessita di maggiori attenzioni, ma a parte qualche timida promessa niente di concreto si vede all’orizzonte. In un momento di crisi come questo, dove imprenditoria e lavoratori sono in affanno, questa totale mancanza d’empatia con la realtà è disarmante.

Mancano investimenti in sicurezza attiva per rendere questa cittadina più sicura, nonostante sia lapalissiano come la situazione peggiori di giorno in giorno e non lo diciamo solo noi, ma la cronaca quotidiana. Manca una politica urbanistica proattiva che tenga conto concretamente anche dei numerosi relitti industriali di cui Legnano è ostaggio, quando si potrebbe lavorare per attrarre molti investitori sul territorio. Manca totalmente l’innovazione tecnologica, quando l’agenda digitale del governo prevedrebbe gli enti locali quali protagonisti e traino per tutti gli altri settori.

Una città nell’oblio

Per tutti questi motivi, che non sono di poco conto, oltre ad aver espresso parere sfavorevole su questo bilancio esprimiamo una seria e profonda preoccupazione per le sorti di Legnano, che non potrà fare altro che scivolare sempre più in un oblio immeritato, anziché essere accompagnata in un futuro in cui possa tornare ad essere polo attrattivo dell’Alto Milanese come le spetterebbe per storia e tradizione.

Fratelli d’Italia Legnano

Circolo Carlo Borsani

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