Al Del Ponte di Varese un ambulatorio dedicato alla chirurgia plastica pediatrica

del ponte chirurgia plastica pediatrica

VARESE – Ha iniziato la sua attività il mese scorso un ambulatorio dedicato alla chirurgia plastica pediatrica presso l’Ospedale Del Ponte di Varese. La collaborazione tra la struttura di Chirurgia plastica diretta da Luigi Valdatta e le specialità pediatriche con sede nel nosocomio si è consolidata nel tempo ed è ora oggetto di un processo di sistematizzazione che ha portato all’attivazione dello spazio.

Già alcuni pazienti seguiti

Una decina i pazienti già seguiti, un numero che, se si considerano le problematiche trattate, non potrà che aumentare rapidamente: dalle cisti dermoidi, alle ginecomastie, da tutte le problematiche conseguenti agli eventi traumatici, a partire dalle cadute e dai morsi di animale, alle orecchie a ventola. «Un problema – spiega il professor Valdatta – che, come molti dismorfismi, è ben più che estetico, considerate le conseguenze impattanti che può avere sulla psicologia dei bambini e degli adolescenti». All’ambulatorio si accede su prenotazione con impegnativa redatta da pediatra o specialista. Accanto a questo ambulatorio si sta sviluppando al Del Ponte anche la parallela attività chirurgica, sia in day surgery, sia in degenza ordinaria, proprio per trattare le patologie riscontrate in sede ambulatoriale.

Punto di partenza

«La chirurgia plastica opera da sola o in team con gli altri specialisti, a seconda della casistica – spiega Valdatta – i nostri pazienti vengono trattati per correggere dismorfismi, rimuovere cisti, suturare lacerazioni e ferite che, ancor più nei pazienti pediatrici, richiedono la particolare finezza propria della nostra disciplina. Inoltre, operiamo in équipe con chirurghi pediatrici e ortopedici pediatrici. La collaborazione è ottima, come lo è con l’équipe dell’Anestesia pediatrica, che ci accompagna in tutti gli interventi. L’attivazione dell’ambulatorio di Chirurgia plastica pediatrica è un punto di partenza, una testa di ponte: in futuro potremo crescere gradualmente e gestire malformazioni pediatriche via via più complesse. Non è una sfida facile, né un risultato imminente, anche perché richiederebbe nuove figure specialistiche, ma vale la pena crederci e provarci».

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