Diplomati in carcere a Busto. La neo-direttrice: «Apriamo le porte al territorio»

BUSTO ARSIZIO – «Porte aperte al territorio». Lo ha messo subito in chiaro, la nuova direttrice della Casa circondariale di via per Cassano, Maria Pitaniello, alla sua prima manifestazione pubblica, questa mattina, 29 giugno, per la consegna degli attestati e dei diplomi ai detenuti che hanno frequentato la scuola in carcere. «È la testimonianza che chi vuole ce la fa – sottolinea Pitaniello – è un messaggio che dobbiamo far passare all’interno, tra i compagni di detenzione, ma anche all’esterno della struttura».

Le testimonianze

«Se avessi avuto vent’anni di meno sarebbe andata meglio – rivela Mario, ritirando il diploma professionale triennale – la scuola in carcere è un’opportunità da acchiappare al volo. Mi iscriverò anche al quarto e quinto anno, per far capire agli altri che bisogna intraprendere un percorso che non si fermi al carcere». L’anno scolastico dietro alle sbarre si conclude con 30 certificazioni di lingua italiana e 15 licenze medie rilasciate dal CPIA – «fondamentali per l’integrazione» sottolinea il direttore Alessandro Longheo – e con una serie di attestati e diplomi per i detenuti che hanno frequentato il corso professionale triennale di operatore agricolo proposto all’Ipc Verri, con tanto di serre didattiche (di cui una riscaldata) realizzate all’interno della struttura di via per Cassano. Un corso che offre «competenze solide immediatamente spendibili sul mondo del lavoro», come spiega la referente del Verri Maya Coianiz. E c’è anche un 100/100, quello conseguito da Davide: «Un obiettivo raggiunto con orgoglio – racconta – la scuola è molto importante per redimersi. Anch’io vorrò continuare all’esterno per aprirmi degli orizzonti. Non si smette mai di imparare qualcosa di nuovo».

Scuola in carcere l’esperienza di Davide

La cerimonia

Un momento – fortemente voluto dal garante dei detenuti Pietro Roncari e organizzato insieme alla referente per l’area trattamentale Natalia Nicolosi – di scambio tra il microcosmo interno al carcere e il mondo esterno, rappresentato sia dalle realtà e dalle associazioni che già frequentano abitualmente la Casa circondariale per le attività di volontariato (tra cui il cappellano don David Maria Riboldi), sia dalle autorità civili e militari del territorio. Ci sono gli assessori di Busto Arsizio Daniela Cerana (politiche educative) e Salvatore Loschiavo (sicurezza), il capitano dei Carabinieri Annamaria Putortì, il primo dirigente del commissariato di Polizia di Stato Franco Novati, il comandante della Guardia di Finanza Daniele Marra e il comandante della Polizia locale Stefano Lanna, oltre alla comandante della Polizia penitenziaria Rossella Panaro. Ma soprattutto ci sono i veri protagonisti, i docenti dell’Ipc Verri e del CPIA, che accompagnano i detenuti verso i loro traguardi formativi.

Debutta la nuova direttrice Pitaniello

Una «partecipazione ricca del territorio e della scuola» che gratifica la direttrice Pitaniello. «Di fronte ai problemi, come il sovraffollamento, si lavora in sinergia – spiega – quando si fanno le cose insieme si fanno meglio e si persegue un obiettivo in maniera convinta. Noi dobbiamo dare delle prospettive in un sistema variegato, in cui serve integrazione nel rispetto delle culture e della diversità, e dobbiamo dare l’esempio. E il carcere deve aprire le porte al territorio, in continuità con la precedente amministrazione». L’appello al territorio è chiaro: «Lavoriamo insieme per avere più possibilità di ottenere qualche risultato a vantaggio di tutta la comunità – afferma la direttrice Pitaniello – siamo un serbatoio di risorse, attingiamo dal territorio ma siamo capaci di dare».

Formazione decisiva

La direttrice Pitaniello con il garante Roncari

Perché il carcere – come fa notare Pietro Roncari, che lo frequenta da tanti anni come volontario e che ora ha il ruolo di garante dei detenuti – è «un luogo difficile, ma dove si fanno cose belle. La prima è credere nel futuro degli ospiti (chiama così i detenuti, ndr) e investire sul loro futuro. Uno dei primi investimenti è la formazione, da lì non si scappa. Ci si crede molto, con la fatica dell’ambiente, delle circostanze e dei soggetti, grazie al lavoro di gente capace e grazie agli operatori». D’altra parte, come sottolinea l’assessore alle politiche educative di Busto Arsizio Daniela Cinzia Cerana, «l’alfabetizzazione e la formazione sono il punto di partenza per una vera inclusione e per le pari opportunità». Alla fine c’è spazio per un aperitivo con pizze, focacce e torte preparate da chef Massimo, sempre dentro al carcere, e con i dolci del laboratorio di cioccolateria.

busto arsizio carcere Maria Pitaniello – MALPENSA24