Dopo il G20 guardiamo in faccia alla realtà

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di Daniele Marantelli*

Sono trascorsi alcuni giorni dal vertice del G20 riunitosi a Nuova Delhi. Al di là dello spazio dedicato alla conferenza stampa della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella quale si è distinta per le infantili polemiche nei confronti dell’Universo, non è emersa, in commentatori e politici italiani, la consapevolezza di ciò che di davvero rilevante è accaduto. Si è poco riflettuto su quanto sta avvenendo nei cosiddetti BRICS, tra questi e l’Unione Africana e nell’intenzione di estendere quella alleanza ad Argentina, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi ed Iran. Una enormità. Si è palesata, al netto delle sottigliezze diplomatiche, all’interno dei BRICS, una chiara sfida tra Cina e India. Con l’India che ha ormai superato in popolazione il colosso cinese.

Perché ne scrivo su Malpensa24? Perché sono certo che a certi nostri imprenditori, quelli che partono dall’aeroporto di Malpensa con la valigetta verso mezzo mondo in cerca di clienti, queste novità non sono sfuggite. Perché chi si è formato alla scuola di Enrico Berlinguer, non per merito ma per condizione generazionale, non può limitarsi a ricordare la feroce dittatura cilena di Pinochet che mezzo secolo fa soffocò con omicidi e torture il governo di Salvador Allende e la democrazia. E’ giusto farlo. Non basta.

Bisogna guardare in faccia la realtà di oggi e tentare di interpretare la natura dei grandi cambiamenti in corso. Ciò che ha colpito e amareggiato è stato il ruolo marginale svolto dall’Europa a Nuova Delhi.

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Daniele Marantelli

L’Africa, tra mille contraddizioni, prova ad essere protagonista nel Nuovo Mondo. Tutti hanno visto in questi anni come Russia, Cina e India hanno adottato politiche di sfruttamento delle risorse naturali di questo continente giovanissimo. Non si può ignorare, tuttavia, il significato politico dell’iniziativa del Presidente del Brasile Lula, tesa a favorire l’ingresso dell’Organizzazione Internazionale Africana nel G20. E’ anche così che si spiega la dichiarazione all’acqua di rose sulla guerra Russia/Ucraina nel documento conclusivo. Nonostante la presenza al G20 di Joe Biden, Presidente Usa. Altro che Piano Mattei.

Guai a sottovalutare l’opinione che nel Sud del Mondo si sta ormai consolidando nei confronti della nostra cara, vecchia Europa. Non è un’opinione positiva.

Il Nord del nostro Paese può ignorare questa riflessione, accampando l’alibi della crisi tedesca e le sue conseguenze sul nostro sistema produttivo? E’ chiaro che il modello tedesco è sotto stress a causa della fine dei costi favorevoli dell’energia russa e della secca diminuzione delle esportazioni in Cina. Intanto, però, i tedeschi stanno aumentando gli stipendi dei lavoratori, mentre noi siamo impegnati in polemiche inconcludenti, per ora, sul salario minimo. Con gli alibi non si risolvono i problemi. La crisi tedesca, l’Europa matrigna, colpa di chi c’era prima.

Tutta roba buona per la propaganda ma che non cambia la realtà.

Queste riflessioni, che sembrano perdersi nei massimi sistemi, prendono le mosse, invece, da questioni maledettamente concrete. Chi privilegia la dimensione popolare nell’impegno politico ha chiaro che l’inflazione ha falciato stipendi, pensioni, risparmi e tarpato le ali agli investimenti delle imprese. Ha consapevolezza di quali sono le principali preoccupazioni delle famiglie: l’aumento dei prezzi dei generi alimentari e della benzina, il declino della sanità pubblica.

Se questo è vero, mi auguro che qualche esponente del Pd assuma un’iniziativa concreta per essere in sintonia con l’area più produttiva del Paese, il Nord. Facendo approvare dal Parlamento italiano, all’unanimità, un documento che impegni l’Europa a rivedere il patto di stabilità. Voglio vedere chi ha il coraggio di opporsi. Questo mi pare l’unico spiraglio per contrastare la solita politica lacrime e sangue. Altrimenti gli annunciati sostegni a famiglie e imprese gonfieranno soltanto le vele della retorica. E ben venga se l’iniziativa sarà assunta da altre forze politiche. In questo caso non conta il colore del gatto. Conta che prenda i topi.

*già parlamentare del Partito democratico

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