Droga sui social consegnata a domicilio e truffe: sette arresti tra Monza e Milano

MILANO/MONZA – Una rete criminale degna del più scafato dei criminali, è quella gestita da un 20 enne residente a Monza, arrestato con altre sei persone, con l’accusa di aver fornito oltre 2 mila dosi di droga per circa mezzo milione di euro. Questo il cuore di un’operazione della Poizia di Stato, che questa mattina, 6 ottobre, ha smantellato un gruppo criminale composto da italiani e marocchini, che spacciavano tra Milano e Monza hashish, marijuana e cocaina usando i social media. Oltre 50 gli agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile della Questura di Monza impegnati negli arresti e nelle perquisizioni, in collaborazione con equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine di Milano e di unità cinofile antidroga della Polizia.

L’uso dei social media

Tre i canali social utilizzati dagli spacciatori, i quali poi consegnavano lo stupefacente utilizzando una Mini Cooper, da cui ha preso il nome l’inchiesta. Attraverso un sistema di “meet up “ creato su alcuni canali social e l’utilizzo di nickname, il 20 enne aveva creato un lucroso sistema di vendita, impiantando in rete una vera e propria “centrale dello spaccio”. Dopo il marketing, finalizzato alla vendita dello stupefacente, ma anche ad offerte di documenti falsi, tra cui anche patenti di guida e di servizi dox (dal verbo doxare, scoprire l’identità di un contatto internet anonimo), sarebbero dovuti avvenire gli incontri per la cessione diretta, ossia il c.d. “meet up”.

L’inchiesta tra Monza e Milano

L’indagine della Squadra Mobile della Questura di Monza, denominata “Cooper”, è stata avviata nel maggio 2022, quando i poliziotti hanno intercettato l’attività di spaccio a Monza e Milano, tramite social. Questa modalità di vendita ed acquisto consentiva loro la cessione di droga a soggetti che, collegandosi a gruppi creati su alcuni canali social che rimandavano a specifici “link”, ordinavano la sostanza stupefacente. Gli investigatori, monitorando un primo profilo sono risaliti ad un primo canale aperto del social, in cui si pubblicizzava la vendita di stupefacente con tanto di fotografie. Analizzando le centinaia di fotografie postate della droga in vendita, gli agenti sono riusciti a risalire all’amministratore del gruppo, un 20 enne italiano residente a Monza. Un ottavo pusher è stato sottoposto ad obbligo di firma su decisione del Gip di Monza che ha firmato le ordinanze.

Il giovane criminale

Il giovane gestore dei canali, italiano, in alcuni casi con la complicità di amici fidati, truffava anche i potenziali clienti che, ignari, inviavano denaro tramite bonifici bancari su conti correnti, anche esteri, per i servizi richiesti e pubblicizzati senza che mai ricevessero la “prestazione acquistata”. Si è arrivati a quantificare il guadagno di queste “truffe” in circa 60.000 euro in soli sei mesi, cui si aggiungono gli oltre 100 mila euro di guadagno provenienti dalla droga che il cittadino italiano, conversando con la sua fidanzata, si era posto come obiettivo a breve termine.

Attraverso dirette attività d’intercettazione si è risaliti anche ai fornitori, un gruppo di cittadini marocchini a loro volta anche spacciatori al dettaglio di cocaina ed hashish che a Monza rifornivano il “giro” del cittadino italiano ed erano attivi nello spaccio anche nei comuni di Lissone, Desio, Seregno, Triuggio, Albiate e Carate Brianza, fino alla città di Milano. Il gruppo criminale poteva contare sulla disponibilità di numerose autovetture a loro non riconducibili, tra le quali due Mini Cooper, dalle quali prende il nome l’indagine. Nel corso delle indagini sono state ricostruite e documentate circa 2000 cessioni di stupefacenti tipo cocaina, hashish e marjuana per un volume d’affari illecito pari ad oltre mezzo milione di euro.

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